martedì 23 ottobre 2018

Il Vercellese


Trino - Robella - Asigliano V.se - Vercelli - Salasco - Crova - Tronzano V.se - Bianzè - Darola - Lucedio - Trino (Km 75)


Cambio di registro. Dopo le fatiche e le meraviglie dei giri in montagna, torno a pedalare in pianura per un paio di quei giri apparentemente privi di contenuti tecnici, ma utili per mettere un po' di chilometri nelle gambe e per scoprire luoghi talmente accessibili da rimanere sconosciuti ai più. Per l'occasione, disegno un percorso totalmente in provincia di Vercelli, con l'obiettivo di toccare il capoluogo e di attraversare nella parte finale alcune località interessanti. In teoria, sarebbero le strade delle risaie, ma sono fuori stagione e dunque niente mare a scacchi; l'impressione, attraversando i campi a monocoltura, è che una puntata nei mesi giusti possa risultare molto divertente e fuori dagli schemi di una classica uscita in campagna.

La partenza di un giro dall'altimetria completamente piana è comunque da Trino, attraversato già qualche mese fa lungo un percorso che da Torino mi portò in Monferrato e che mi diede lo spunto per il percorso odierno. I primi 20 chilometri su strade molto tranquille ma tutt'altro che memorabili mi portano fino all'ingresso in Vercelli, nella quale mi addentro per vederne il centro. Vercelli è una di quelle città delle quali non si parla mai, e nel caso viene citata come una delle più brutte del Piemonte: a me il centro è sembrato raccolto e ben curato, con la piazza Cavour (per l'occasione oggetto di un raduno di Vespe) che non sfigura accanto ad altre più rinomate; insomma, magari Vercelli da sola non sarà la meta ideale di una giornata fuori porta, ma insieme ad altri luoghi nei paraggi può giustificare una puntata da queste parti.
Dall'uscita da Vercelli, i 25 chilometri che seguono verso Tronzano e Bianzè sono i meno significativi del giorno, anche se per una buona metà riesco a trovare un'alternativa alle strade principali e posso se non altro pedalare in tranquillità con la saltuaria compagnia di qualche airone. A parte questo, i chilometri si susseguono tutti uguali e fin troppo veloci, cosa che troverà una spiegazione appunto a Bianzè, allorché inverto la direzione di marcia e mi trovo improvvisamente il vento in faccia, non proprio una bora, ma una brezza che un po' ostacola la marcia.
C'è di buono che i 20 chilometri che seguono sono i più interessanti del giro. I primi 12 si snodano lungo una stradina di campagna stretta e deserta che collega solo una all'altra le rare cascine e che sembra fatta apposta per essere percorsa in bicicletta; poi, dopo aver attraversato la statale Vercelli - Crescentino, imbocco un'altra strada secondaria che mi porta in rapida successione a toccare una serie di località affascinanti e velati da un certo alone di mistero: prima l'imponente cascina Darola con l'attiguo cimitero abbandonato, poi il complesso dell'abbazia di Lucedio, e infine la solitaria chiesetta della Madonna delle Vigne, dirimpetto al bosco planiziale delle Sorti della Partecipanza. In zona ci sarebbe anche il borgo abbandonato di Leri Cavour, ma lo tengo buono per un'altra occasione e per stavolta mi accontento di rientrare a Trino dopo 75 chilometri di strade pianeggianti ma non piatte.

il meglio del giro

Molto bello il passaggio all'abbazia di Lucedio, complesso architettonico di pregio perso nella pianura vercellese e scoperto per puro caso durante una precedente pedalata in zona.

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