Monchiero - Dogliani - Pezzea - Bossolasco - Niella Belbo - Mombarcaro - S. Benedetto Belbo - Passo della Bossola - Bonvicino - Dogliani - Monchiero (Km 67)
La tradizionale puntata a Mombarcaro, che non mi faccio mancare da tanti anni, coincide con una giornata dalle alterne fortune, partita con una rara salita inedita e terminata con un dietrofront anticipato che taglia un po' il chilometraggio previsto, ma soprattutto rende meno rilassante la chiusura del giro. Per il ritorno in Langa a mesi ormai dall'ultima fugace puntata in quel di Santo Stefano, rimangono comunque i due perni su cui avevo incentrato il percorso: la scalata della "Salita dei Campioni" intitolata a Louison Bobet che in precedenza avevo affrontato solo nella seconda parte, e il classico approdo alla Vetta delle Langhe, raggiunta l'ultima volta in un inconsueto e suggestivo contesto invernale.
Partenza da Monchiero a livello del Tanaro e primi sette chilometri in leggero falsopiano per raggiungere Dogliani e percorrere un paio di chilometri lungo la strada per Bossolasco, fino a incrociare e prendere sulla sinistra la deviazione per Cissone. Da qui, altri cinque chilometri di salita molto modesta, nella quale non mancano comunque alcuni passaggi al 5-6% che mi portano perlomeno a scalare il 34. L'avvio di giro molto soft si interrompe improvvisamente subito dopo il bivio per Roddino - che ignoro - quando imbocco invece quello sulla destra per la località Masserie, da cui ha origine la salita Bobet, lunga poco più di sei chilometri, ma cattivissima solo nei primi due, dove si coprono quasi 200 metri di dislivello, comprensivi di circa 300 metri in leggera contropendenza; in particolare, la rampa in uscita dalle quattro case di Borgo Brullo taglia la collina dritto per dritto con gli ultimi 50 metri letteralmente micidiali su pendenze vicine al 20%. Nel complesso, va però detto che la brevità del tratto più duro della salita prevale sull'intensità dello sforzo richiesto, a maggior ragione quando si raggiunge il crinale delle colline in località Pezzea, e i tre chilometri e mezzo rimanenti si rivelano una tranquilla e panoramica passeggiata in quota, fino agli ultimi 200 metri prima dell'innesto sulla provinciale, nuovamente molto impegnativi. La principale difficoltà del giorno va dunque in archivio senza troppi problemi, e in breve posso raggiungere a Bossolasco il primo traguardo intermedio di giornata.
Dopo il transito in paese, veloce discesa al ponte sul Belbo e risalita sull'altro versante a Niella, attraverso una bella strada a tornanti che s'incattivisce un po' all'altezza del cimitero, prima di entrare nella strada provinciale da cui parte sulla sinistra quella per Mombarcaro, lontano ancora circa 7 chilometri. Tecnicamente, sarebbe il proseguimento della salita di Niella, ma dopo un primo chilometro ancora in ascesa fino alla chiesa della Madonna dei Monti, la strada spiana notevolmente per un liungo tratto, tornando a salire solo nel panoramico chilometro finale, su pendenze comunque abbastanza modeste.
Una volta a Mombarcaro, l'idea sarebbe di scendere a Ceva via Paroldo, e da qui tornare a Monchiero lungo la fondovalle Tanaro, ma è a questo punto che vengo informato che il pupo non sta bene: sono parecchio lontano da casa, e non mi resta che tagliare per San Benedetto e rientrare il più velocemente possibile attraverso il passo della Bossola e Dogliani, finale un po' frettoloso di un giro che comunque aveva già dato il meglio nella prima parte.
il meglio del giro
La salita 'Louison Bobet' è il classico nastro di asfalto che si arrampica su per la collina, come ce ne sono cento altri, e comunque vale la pena provarlo almeno una volta. I chilometri da Niella a Mombarcaro, percorsi decine di volte, si confermano una volta di più tra i più belli dell'Alta Langa.
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