Masio - Belveglio - Vinchio - Castelnuovo Calcea - Moasca - S. Marzano Oliveto - Calamandrana - Rocchetta Palafea - Castel Boglione - Nizza M.to - Incisa Scapaccino - Cortiglione - Masio (Km 67,7)
Secondo giro mattutino di aprile abbastanza impegnativo dopo la sosta per pioggia della settimana scorsa, disegnato su un tracciato che senza troppe pretese mi regala comunque parecchi spunti interessanti, sia dal punto di vista tecnico che da quello cicloturistico: un buon giro di raccordo tra percorsi più suggestivi, guastato solo dal solito vento freddino e da un clima che in definitiva non si decide mai se voltare al bello o al brutto, col risultato di qualche sudata in salita e di qualche colpo d'aria in discesa che pagherò con un paio di giorni di raffreddore.
Partenza classica alla volta di Belveglio col vento in faccia, ma stavolta dopo la rotonda per Cortiglione imbocco la stradina che corre parallela alla provinciale, con la sorpresa di qualche centinaio di metri sterrato ma in discrete condizioni, circa un chilometro prima della svolta a sinistra per Vinchio. È la prima salita della giornata, subito molto impegnativa con i suoi tre balzi in successione su pendenza superiori al 10%, prima di assestarsi attorno a un 7-8% nella parte finale della breve ma dura asperità. Dopo l'attraversamento del paese, ancora in salita, lascio la strada per Mombercelli per svoltare a sinistra verso Noche, Momparone e Castelnuovo Calcea, lungo una strada di cresta molto divertente che insieme a un leggero saliscendi mi propone i primi scorci panoramici della gionata sulle colline ormai verdissime.
Raggiunta la Asti-Nizza dopo la discesa da Castelnuovo, giro subito a sinistra per Moasca, che mi ricorda una brutta 'bambola' di un paio di anni fa. Stavolta sono comunque preparato: la salita è molto breve ma ancora più difficile di quella di Vinchio, tutta concentrata in un paio di strappi verticali prima e dopo il cimitero del paese. So quello che mi aspetta e mi impongo di prenderla con grande calma, non disdegnando qualche zigzag dove la pendenza sembra raggiungere punte del 15%, eppure anche in questo modo le gambe sono messe a dura prova dalla durezza delle rampe che precedono l'ingresso in paese, peraltro dotato di una piazzetta molto fotogenica.
Il tempo di scollinare ed è già ora di scendere velocemente alla provinciale per Canelli che abbandono dopo poche centinaia di metri per svoltare nuovamente a sinistra in direzione di S. Marzano Oliveto, terza salita consecutiva, del tutto inedita. Anche in questo caso si tratta di circa un chilometro e mezzo, ma come nelle precedenti due ci sono almeno un paio di passaggi nei quali non si scherza, seppure non direi che si raggiunga mai la pendenza fatidica del 10%. A compensare lo sforzo c'è comunque il paesaggio circostante, davvero molto bello in tutte le direzioni, sebbene si tocchino a stento i 300 metri di altitudine.
Quando infine arrivo al centro del paese, ho percorso circa 24 chilometri e mi sono lasciato alle spalle la parte più nervosa del percorso, che coi suoi continui cambi di ritmo ha finito per lasciare qualche traccia sui muscoli delle mie gambe. Niente di preoccupante, ma adesso è un piacere affrontare 7-8 chilometri di tregua altimetrica, con la rilassante discesa a Calamandrana seguita da quattro chilometri pianeggianti che precedono la salita a Bricco Bosetto, tre chilometri pedalabili attraverso la serie di stretti tornantini che in precedenza avevo affrontato solo in discesa. Anche in questo verso, si tratta di una strada molto divertente che diventa panoramica man mano che si sale e che a sinistra comincia a spuntare l'abitato di Rocchetta Palafea, prossima meta del giro. Nel frattempo, la pendenza regolare consente per la prima volta di impostare una cadenza costante per tutto il corso della salita fino al bivio a sinistra per Rocchetta, un paio di chilometri prima di Cassinasco. A questo punto, ci si infila in un lungo mangia-e-bevi di circa quattro chilometri che alterna rapidi tratti in discesa ad altri di improvvisa risalita fino al ricongiungimento con la strada per Sessame, e poi ancora prima e dopo il passaggio alla 'cima Coppi' di giornata, a poco più di 400 metri di altezza.
La discesa a Castel Boglione è veloce e a tratti ripida, poi, dopo una leggera contropendenza di un chilometro, si riprende a scendere moderatamente fino a Nizza Monferrato.
Con oltre 50 chilometri e oltre 800 metri di dislivello alle spalle, le energie cominciano a scarseggiare, complice una condizione in leggero calando rispetto alle uscite precedenti.
Mancono però solo 15 chilometri col vento quasi sempre alle spalle e solo la piccola asperità di Cortiglione per concludere senza brutte sorprese un valido allenamento in vista della prossima uscita nelle sconosciute colline tra Novi e Tortona.
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