mercoledì 31 agosto 2011

L'alto Tanaro


Ormea - Ponte di Nava - Viozene - Upega - Colle delle Salse - Briga Alta - S. Bernardo di Mendatica - Nava - Ponte di Nava - Ormea (Km 58,1)



Il ritorno in sella dopo più di un mese dalla scalata dell'Agnello mi porta un po' per caso e un po' per necessità in alta Val Tanaro. Abituato negli ultimi anni ad attraversare il fiume poco prima del suo sbocco nel Po nei pressi di Alessandria, mi fa un certo effetto vederne i primi chilometri da Ormea su fino a alle gole del Negrone a monte della confluenza nel Tanarello.
Il percorso dell'ultima domenica di agosto si snoda in massima parte lungo un classico anello di media montagna delle Alpi Marittime culminante ai 1623 metri del Colle delle Salse, anello che per misteriosi motivi in passato mi era sempre sfuggito: è questo il motivo per cui in definitiva accetto di buon grado di ripiegare su questo giro rimandando alle prossime settimane le ultime (due, se andrà bene) avventure over 2000 della stagione.
La partenza da Ormea comporta un paio d'ore di macchina prima ancora di cominciare, ma dopo la lunga astinenza la voglia di tornare a spingere sui pedali è inversamente proporzionale al fastidio di un trasferimento tanto lungo per una meta non proprio da 5 stelle ciclistiche.
Primi sei chilometri fino a Ponte di Nava in leggerissima ascesa, buoni per scaldare i muscoli delle gambe, poi svolta a destra per l'attacco della salita. Va subito detto che entrambi i versanti propongono ascese piuttosto atipiche, con numerosi saliscendi che se da un lato permettono di recuperare, dall'altro spezzano il ritmo e a gioco lungo aumentano notevolmente il dislivello totale. È il caso dei primi 5 chilometri di salita, che alternano a tratti mediamente impegnativi almeno tre contropendenze che fanno perdere quota: il risultato è che in tutto si coprono poco più di 100 metri di dislivello. L'altitudine contenuta fa sì che la strada sia quasi interamente immersa nel bosco, cosa che garantisce fresco e ombra ma in alcuni tratti limita un po' l'ampiezza della visuale.
Dopo questo primo settore piuttosto discontinuo, inizia la prima parte della salita vera e propria che terminerà cinque chilometri più tardi a Viozene: è un'ascesa regolare tra il 6,5 e l'8%, ottima per testare la gamba, e decido di forzare un po' l'andatura ricevendo risposte abbastanza incoraggianti. L'arrivo al paese ai piedi del Mongioie non presenta problemi di sorta e sono pronto ad affrontare la parte centrale, più facile ma anche più spettacolare della salita, che in circa otto chilometri mi condurrà a Upega.
Tecnicamente, questo tratto non presenta difficoltà di sorta: falsopiano al 3% seguito da una lunga discesina prima degli ultimi 3 chilometri che tornano a dolcemente a salire con pendenze massime attorno al 5%; panoramicamente, il settore vallonato è il più divertente, con la strada scavata nella roccia che seguendo il corso del Negrone presenta un paesaggio severo e maestoso a metà tra la val Maira e una versione ridotta del Verdon: valeva la pena percorrere questa strada, non fosse altro che per attraversare questi posti sperduti letteralmente strappati all'asprezza della natura circostante.
A Upega, bellissima quanto isolata borgata a un tiro di schioppo dal confine di Stato, inizia l'ultima e più impegantiva parte della salita: quattro chilometri con pendenza media intorno all'8% che presentano tuttavia lunghe e frequenti rampe a doppia cifra che per la prima volta mi mettono alla frusta. Non è comunque il momento di mollare, e mi basta stringere i denti per qualche minuto per superare i passaggi più difficili e raggiungere il ponte che segna il confine tra Piemonte e Liguria. Ancora un bel drittone di 400 metri ed ecomi finalmente al colle delle Salse, da cui si gode uno splendido panorama che spazia dall'alta cresta delle Alpi Marittime di confine al mare dell'imperiese che si scorge in lontananza.
Lunga pausa in vetta, poi via alla seconda parte del giro, in teoria in discesa, in pratica costellata di frequenti e in qualche caso discretamente impegnative contropendenze. Suggestivo, dopo i primi 7 km di divertente discesa, il breve rientro in provincia di Cuneo per il passaggio a Briga Alta, poi continuo saliscendi prima e dopo San Bernardo di Mendatica, e finalmente ultimi cinque chilometri tutti in discesa (ma con fondo stradale in cattive condizioni) per ricongiungersi alla statale del col di Nava. Da qui a Ormea non restano che otto chilometri in leggera discesa che affronto a tutta per chiudere il giro in anticipo sui tempi del grande rientro.
In sostanza, un percorso sicuramente degno di nota ma cui manca a mio avviso, per giustificare le entusiastiche recensioni di cui gode, il fascino unico dell'altissima quota, che rimando alle prossime uscite.

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