lunedì 9 febbraio 2009

Tra Tanaro e val Tiglione

Masio - Tanaro e disgelo
Masio - Belveglio - Mombercelli - Bricco - Rocchetta Tanaro - Mogliotti - Masio (Km 26,8)



val TiglionePrima uscita della stagione, i 27 km più duri dell'anno. Era così 15 anni fa, figuriamoci adesso: una pena. Non ci saranno da qui a ottobre colli né muri inutilmente faticosi come la dozzina di chilometri pianeggianti che separano Masio da Mombercelli lungo la val tiglione, col vento ora in faccia ora sul lato a contrastare la marcia, appesantendo ruote e pedali.
il Monviso spunta all'orizzonteOgni anno è la stessa storia, dopo tre mesi abbondanti di inattività, da chiedersi perché uno si imponga scientemente un'ora abbondante di sofferenza fine a sé stessa. La risposta naturalmente è che la sofferenza di oggi non è fine a sé stessa, ma propedeutica a quella trasformazione della bicicletta da strumento di tortura a veicolo di sensazioni e soddisfazioni più unici che rari. Non so se esiste un altro oggetto passibile di una metamorfosi pari a quella della bicicletta, c'è del trascendente nella contraddizione tra i patimenti di questi primi chilometri di febbraio e il gusto delle escursioni in collina tra aprile e maggio, fino alle piccole imprese personali da giugno a settembre, che segnano la memoria non solo ciclistica di chiunque ami le due ruote. È per questo che da quasi vent'anni scruto il cielo e il termometro di gennaio con un'ansia degna di miglior causa, annotandomi nella mente qualunque segno di ammorbidimento climatico: il passaggio da 2 a 4 gradi da un fine settimana all'altro, la nebbia che si disperde mezz'ora prima, la luce che resiste mezz'ora in più.
salita verso il BriccoFinché arriva la giornata fatidica: sole pieno sospeso a metà tra la terra e il cielo, temperatura del vento sopportabile, asfalto bagnato dalla neve che si scioglie ai bordi, la previsione di un paio d'ore a 8-10 gradi, soglia sotto la quale non ho mai trovato il senso di mettersi in strada.
il BriccoRuote gonfiate a 5-6 atmosfere, equipaggiamento invernale, occhiali e caschetto, e si parte, impacciato come un apprendista trampoliere. Sembra un'assurdità, dopo tanti anni, ma il primo chilometro mi serve ancora a riappropriarmi del mezzo, calcolare mentalmente il cambio di baricentro e l'equilibrio dinamico tra avallamenti, asfalto sbrecciato, piccole buche, tombini e rattoppi. Il tempo di capire come si sta su una bicicletta che il vento gira e il passo si fa già pesante sulle impercettibili contropendenze del percorso. Consolano lo spettacolo dei campi e delle colline ancora innevate nei versanti esposti a nord, e poi, a Belveglio, la fugace apparizione del Monviso, un minuscolo triangolino sfocato che spunta all'orizzonte per lo spazio di una curva. Al giro di boa di Mombercelli, con il vento cambia tutta la prospettiva, inizia il tratto di percorso nervoso, un chilometro e mezzo di salita per giungere al Bricco da affrontare di testa, centellinando metro dopo metro energie che non esistono, cercando di distrarsi buttando l'occhio sul fondovalle a destra o sulla linea di alture che si allunga sulla sinistra a separare le valli del Tanaro e del Tiglione.
curve e saliscendi tra Bricco e RocchettaAl Bricco, credo un'ottantina di metri di dislivello in tutto, l'attesa sorpresa: i muscoli si sono sciolti un po' e i successivi chilometri che precedono e seguono la discesa verso Rocchetta sono i più belli. C'è il tempo per ammirare la natura ancora in letargo, disegnare un paio di curve in velocità, alzarsi sui pedali su un dosso, godersi il tepore del sole sulla cresta della collinetta, abbozzare un allungo sul rettilineo che da Rocchetta porta al bivio della Castagnassa, l'ultimo sforzo della giornata. Qui la pendenza è reale, il pezzetto più duro supera il 10%, ma non c'è tempo per affliggersi che arrivano le case dei Mogliotti e la salita è finita. Ancora un po' di falsopiano in discesa e il giro si chiude, la settimana prossima tempo permettendo si aggiungono una decina di chilometri. So già che stavolta andrà meglio e che qualche difficoltà potrà spuntare solo nel finale. Il peggio dell'anno è già alle spalle.

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