giovedì 13 novembre 2014

Tempi supplementari in Monferrato


Masio - Quattordio - Viarigi - Altavilla M.to - Vignale M.to - Camagna M.to - Cuccaro M.to - Fubine - Felizzano - Masio (Km 53)


Tra le poche pecche di un'ottima annata, devo annoverare il pochissimo spazio dedicato alla valle d'Aosta e al Monferrato; per la prima conto di rifarmi l'anno prossimo, ma per il secondo c'è ancora modo di metterci una piccola pezza nel paio d'ore utili della domenica dei Morti, giusto il tempo necessario per muovere le gambe ancora una volta tra le belle collinette e i paesini intorno a Vignale. Non ho particolari obiettivi, per cui non sto a studiare troppo il percorso e mi metto in strada in direzione di Viarigi, dove arrivo dopo una quindicina di chilometri piuttosto monotoni, a parte l'ultimo che risale moderatamente verso il centro del paese, che aggiro sulla sinistra per scendere subito alla statale Asti-Casale.
Dopo un altro paio di chilometri pianeggianti, è finalmente ora di salire ad Altavilla, poco più di un chilometro su pendenze tutt'altro che proibitive, ma basta e avanza per cambiare prospettiva e addentrarsi nel dolce ambiente monferrino, reso in questo caso ancora più ovattato dal clima mite e da una leggera foschia che attenua i contrasti all'orizzonte.
Dopo l'attraversamento del paese, per circa cinque chilometri la strada si mantiene in quota, regalando scorci molto belli verso Casorzo e Vignale, prossima meta del giro. Raggiunto il quadrivio del Tronco, cominciano infatti altri due chilometri di tranquilla salita ai margini del paese, che terminano nella piazzetta da cui partono le strade per Camagna e per Cuccaro.
Sono già a metà percorso quando inizio il tratto più movimentato del giro, coi tre chilometri di saliscendi fino al cimitero di camagna, seguiti da una veloce discesa con successiva risalita a Cuccaro, un altro paio di chilometri nei quali si toccano le pendenze (molto relativamente) più impegnative del giorno, che quanto meno mi fanno scalare un paio di rapporti.
Da Cuccaro a Fubine, e poi a Felizzano e Masio, l'ultima ventina di chilometri non propone più nessuna difficoltà altimetrica, tutto sommato il miglior congedo da una stagione ricca di contenuti ma anche di fatica.

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