mercoledì 31 gennaio 2018

Il colle della Maddalena a gennaio


Torino - San Vito - Colle della Maddalena - Eremo - Pecetto T.se - Revigliasco - Moncalieri - Torino (Km 30)


Precocissimo inizio di stagione grazie a (o per colpa di) una finestra semi-primaverile proprio nelle giornate della merla, quelle che normalmente dovrebbero essere le più fredde dell'anno. Salire in sella in gennaio è di per sé un evento raro, arrampicarsi fino ai 700 metri del colle della Maddalena un unicum che non so se augurarmi di replicare anche in futuro; possibile che nelle prossime settimane le temperature tornino a scendere, per ora accetto di buon grado questa anomalia climatica, approfittandone per mettere in cascina i primi 30 faticosi e non esattamente banali chilometri dell'anno.

Scartata l'ipotesi di un giro più lungo ma pianeggiante, basta dunque attraversare il fiume per cominciare ad affrontare la prima salita del 2018, che nel giro di sette chilometri mi porterà al punto più elevato della collina torinese. Il versante prescelto per l'occasione, visto lo stato di forma più che approssimativo, è di media difficoltà ma non privo di passaggi impegnativi: da piazza Crimea imboccherò viale Currene per raggiungere San Vito e da qui proseguire verso il Pian del Lot e il colle.
Dopo un approccio molto morbido in corso Fiume e nella prima parte di viale Curreno, le pendenze aumentano rapidamente attestandosi sul 7-8% fino all'incrocio con viale Settimio Severo, un bel test per le prime pedalate dopo mesi di inattività, ma il peggio deve ancora venire. Raggiunto il bivio con la strada proveniente dal ponte Isabella, comincia infatti un chilometro che attraversando San Vito presenta pendeze molto importanti, con punte sopra il 10%: è un tratto di strada che conosco bene ma che richiede sempre un bello sforzo per essere superato.
Sul piazzale della chiesa di San Vito, sosto un minuto per osservare e fotografare il cielo sopra Torino: un'immagine inquietante il diverso colore dello strato di foschia che incombe sulla città (grigio tendente al marrone) rispetto al bianco sulla campagna appena a sud.
Per fortuna, anche da questo punto di vista, la puntata in collina è un vero toccasana, e seppur faticosamente mi ricongiungo alla strada di Val Salice, dove comincia la parte finale della salita. Un breve strappo deciso per raggiungere la tregua del Pian del Lot, dopo il quale inizia il chilometro e mezzo finale, più regolare rispetto ai settori precedenti, ma ancora piuttosto duro e con la fatica già accumulata che comincia inevitabilmente a farsi sentire; alla fine, l'arrivo agli antennoni che sovrastano il colle segna comunque la prima piccola soddisfazione dell'anno, che vale la pena godersi con un'altra breve sosta sotto il faro.
Ritornato in sella, le difficoltà tecniche sono terminate, ma il timore è adesso il freddo in discesa; in realtà, a parte qualche breve passaggio in ombra prima e dopo l'Eremo verso Pecetto, l'insidia maggiore è l'umidità dell'asfalto, che unita al cattivo stato di conservazione del manto stradale, fa perdere aderenza alla bicicletta e consiglia di scendere con adeguata prudenza. Dopo il breve saliscendi tra Pecetto e Revigliasco, le condizioni migliorano sensibilmente e posso raggiungere Moncalieri senza problemi. I tre chilometri nel traffico da Moncalieri a piazza Zara mi ricordano la vista sinistra della cappa di smog che grava su Torino, poi entro nel parco del Valentino per chiudere in un'atmosfera meno soffocante la prima, promettente uscita dopo il letargo invernale.

il meglio del giro

Il duro chilometro all'altezza di San vito, primo ostacolo superato in una stagione che come sempre vedrà ben altre difficoltà.

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