venerdì 21 dicembre 2018

Solo e pensoso le più deserte colline


Ceva - Paroldo - Bragioli - Monesiglio - Brondo - Mimberghe - San Benedetto Belbo - Passo della Bossola - Pedaggera - Ceva (Km 53)


L'altra faccia delle Langhe. Dure, aspre, fredde, solitarie, inospitali. Più montagna che collina, questa striscia di alture al confine con la Liguria, dove prati e boschi disegnano il paesaggio, e l'autunno inoltrato ci aggiunge il carico dell'aria fredda e umida e delle nuvole basse che si mangiano strade, paesi e panorami. E' metà novembre, a quest'ora secondo le mie abitudini sono già in letargo da due o tre settimane, ma questo è stato un anno anche ciclisticamente meno pianificato del solito, e quindi ci sta una chiusura fuori dagli schemi: poco svago, la giusta abnegazione e tanta testardaggine in un giro che alle difficoltà ambientali aggiunge l'ostacolo tecnico del famigerato Muro di Brondo, uno dei maggiori spauracchi di tutte le langhe e che finora avevo sempre scartato, appunto perché fuori dalle mie corde fisiche e dalle mie consuetudini mentali.

giovedì 20 dicembre 2018

Chiare, fresche e dolci Langhe


Monchiero - Monforte - Roddino - Pedaggera - Serravalle Langhe - Bossolasco - San Benedetto Belbo - Niella Belbo - Mombarcaro - Bragioli - Pedaggera - Murazzano - Belvedere Langhe - Dogliani - Monchiero (Km 73)


Un giro classico, quasi naturale per chi vuole raggiungere Mombarcaro partendo dal Tanaro, confine delle Langhe per eccellenza. Strade che tra poco avranno i solchi delle ruote della mia bicicletta per le volte che le ho percorse, e che più di qualunque traversata alpina hanno segnato il mio ormai trentennale pellegrinaggio a pedali, al punto che non mi faccio mai mancare una puntata all'anno sulla Vetta delle Langhe, che in questo caso raggiungerò da uno dei versanti meno problematici, via San Benedetto e Niella. Poca fantasia, dunque, ma alla fine di un'annata balorda come poche, l'imperativo di quella che potrebbe essere l'ultima uscita della stagione è divertirmi e prendermela comoda, gustandomi ogni chilometro e ogni vista che spunta dietro ogni curva come se fossero bocconi di uno di quegli interminabili pranzi in cui da queste parti è ancora possibile imbattersi; il fatto di collocare il tutto negli ultimi giorni di ottobre è poi come accompagnare ogni portata con un vino eccellente: garanzia di massima soddisfazione sensoriale ed emozionale.

giovedì 6 dicembre 2018

Le valli del foliage


Cannobio - Finero - Pian dei Sali - Malesco - Re - Intragna - Arcegno - Ronco sopra Ascona - Brissago - Cannobio (Km 68)


Sono solo tre le strade che collegano il Piemonte con la Svizzera. La prima è la statale del Sempione, le altre due portano a Locarno e permettono di disegnare un classico anello del luogo, costeggiando il lago Maggiore e attraversando l'italiana val Vigezzo e l'elvetica Centovalli, dopo aver scalato tutta la solitaria val Cannobina. Se si aggiunge che questo è il periodo del foliage, per cui la strada da Domodossola a Locarno è nota e pubblicizzata quasi fosse il Vermont, ce n'è abbastanza per lasciarsi tentare e organizzare l'ultima trasferta lunga dell'anno nel Verbano, che proprio in quei giorni ha visto fallire il referendum per diventare provincia lombarda.

venerdì 23 novembre 2018

Superga e niente più


Torino - Superga - Pino T.se - Torino (Km 25)


La prima uscita di ottobre, in un grigio sabato mattina, si risolve in un mezzo buco nell'acqua per mancanza di tempo, di idee e di motivazioni. Quando esco di casa non ho neppure ben chiaro il giro che intendo percorrere, e questo è di per sé un brutto segno, perché difficilmente con queste premesse spunteranno alzate d'ingegno strada facendo. Sono già in corso Casale quando realizzo che quest'anno non sono ancora salito a Superga, e quindi ecco fissato il principale obiettivo di giornata. Salita arcinota che ormai conosco anche nelle pieghe dell'asfalto, so bene come affrontarla per non farmi sorprendere nei punti più pendenti, e tutto sommato la supero con discreta disinvoltura, senza mai andare in affanno, ma neppure trovare qualche momento di brillantezza, di quelli che ti fanno sentire bene e invogliano a proseguire, magari andando a scovare qualche strada nuova. Niente di tutto questo, a questo giro.
Sul piazzale deserto della basilica mi aspetta la prima vera giornata autunnale dell'anno, con l'umidità che entra nelle ossa e il grigio che offusca la vista sulla città. Una sensazione che potrebbe anche essere piacevole, ma stavolta prevale la voglia di una bella colazione nel mio bar preferito. Rotta quindi verso Pino con un occhio rivolto all'asfalto bagnato nel primo tratto ripido e nelle curve veloci della panoramica, poi discesa freddina a Torino e chiusura di un giretto di allenamento che più scontato non si può, incentrato in una salita che scontata non lo è mai.

il meglio del giro

La curva a destra dopo il passaggio sotto la cremagliera, sempre uguale e sempre maledettamente dura. 50 metri che danno significato a qualunque giro in collina.

martedì 6 novembre 2018

La montagna sfregiata


Susa - Mompantero - Rifugio il Trucco - Mompantero - Susa (Km 29)


L'ultima grande salita dell'anno ha come teatro la val di Susa, più precisamente quel settore del versante nord sopra Susa e Bussoleno che l'ottobre scorso fu devastato dagli incendi. La curiosità, oltre che scalare una salita di tutto rispetto mai affrontata in precedenza, è proprio quella di verificare di persona cosa è rimasto di quel fianco di montagna a un anno di distanza. L'esito del sopralluogo è a dir poco impressionante: quella che era una foresta di abeti e larici è diventata una desolante distesa di scheletri grigi senza alcun accenno di ripresa della vita, chissà quanto tempo ci vorrà prima che il paesaggio torni quello di prima. Oggi, attraversare i luoghi del disastro è un tuffo al cuore che realizzo soltanto in discesa, essendo stata la salita troppo dura per permettermi di guardarmi attorno.

lunedì 29 ottobre 2018

Dalla Lomellina al Basso Novarese


Terranova - Candia L.na - Cozzo - Castello d'Agogna - Mortara - Vigevano - Abbiategrasso - Carpenzago - Ponte Vecchio - Ponte Nuovo - Trecate - Novara - Lumellogno - Granozzo - Confienza - Vinzaglio - Palestro - Rosasco - Langosco - Mantie - Terranova (Km 118)


Giro che ricalca la cifra tecnica (quasi nulla) di quello precedente, con alcune significative novità. Il chilometraggio aumenta sensibilmente fino a sfiorare i 120 chilometri, con sconfinamento in Lombardia e ben cinque province attraversate: se quelle di Alessandria e Vercelli saranno appena toccate, il grosso del giro si svilupperà tra pavese, milanese e novarese, tutti territori comunque mai esplorati in biciletta e che in un modo o nell'altro riserveranno passaggi interessanti.

martedì 23 ottobre 2018

Il Vercellese


Trino - Robella - Asigliano V.se - Vercelli - Salasco - Crova - Tronzano V.se - Bianzè - Darola - Lucedio - Trino (Km 75)


Cambio di registro. Dopo le fatiche e le meraviglie dei giri in montagna, torno a pedalare in pianura per un paio di quei giri apparentemente privi di contenuti tecnici, ma utili per mettere un po' di chilometri nelle gambe e per scoprire luoghi talmente accessibili da rimanere sconosciuti ai più. Per l'occasione, disegno un percorso totalmente in provincia di Vercelli, con l'obiettivo di toccare il capoluogo e di attraversare nella parte finale alcune località interessanti. In teoria, sarebbero le strade delle risaie, ma sono fuori stagione e dunque niente mare a scacchi; l'impressione, attraversando i campi a monocoltura, è che una puntata nei mesi giusti possa risultare molto divertente e fuori dagli schemi di una classica uscita in campagna.

martedì 16 ottobre 2018

Il passo Giau


Selva di Cadore - Passo Giau - Pocol - Passo Falzarego - Passo Valparola - Passo Falzarego - Cernadoi - Colle Santa Lucia - Selva di Cadore (Km 56)


La Grande Bellezza. Se uno non ha mai visto le Dolomiti, salga al passo Giau; se uno non ha mai scalato un passo dolomitico, salga al passo Giau; se uno ha semplicemente voglia di spendere una giornata all'insegna dello sport e della meraviglia della natura, salga al passo Giau. Ci vogliono quasi sei ore di viaggio per raggiungere Selva di Cadore, la trasferta più lunga e insensata mai compiuta per un singolo giro (la suggestione di doppiarlo col Manghen il giorno dopo è tramontata in fretta), ma la meta è di quelle che non possono proprio mancare nell'album di un cicloturista.

venerdì 5 ottobre 2018

Le Gorges de Daluis e il Col des Champs


Entrevaux - Daluis - Guillaumes - Villeneuve-d'Entraunes - Saint-Martin-d'Entraunes - Val Pelens - Col des Champs - Val Pelens - Saint-Martin-d'Entraunes - Villeneuve-d'Entraunes - Guillaumes - Daluis - Entrevaux (Km 106)


Quando vado in bicicletta, la fatica peggiore è quella che supera il preventivato. Prima di partire, mi faccio un'idea abbastanza precisa dell'impegno che richiederà il giro e sulla base di questa stima quasi sempre vicina alla realtà, predispongo più o meno consciamente gambe e testa ad affrontare lo sforzo. Accade però che per un motivo o per l'altro la valutazione sia sottostimata, e in questi casi la dose di fatica eccedente tende ad aumentare esponenzialmente, trasformando gli ultimi chilometri in un piccolo calvario. Se un percorso stimato di 80 chilometri si rivela nella realtà superiore ai 100, se la temperatura resta africana ben sopra i 1000 metri e se affronto un giro di alta montagna preceduto da un paio d'ore di macchina con cinque ore di sonno scarse, il risultato è che la conquista del col des Champs, ultimo 2000 del trittico delle Alpi Marittime francesi con Cayolle e Allos, diventa una delle imprese più ardue degli ultimi anni. Detto questo, il col des Champs è un osso duro davvero, decisamente più degli altri due, non fosse altro perché si parte da 500 metri più in basso e le pendenze sono quasi sempre severe con tendenza ad aumentare nel finale; come contraltare, l'aspetto paesaggistico promette emozioni dalla prima all'ultima pedalata.

martedì 25 settembre 2018

La via del mare


Fossano - Trinità - Carrù - Bastia Mondovì - Niella T.ro - Lesegno - Ceva - Battifollo - Bagnasco - Massimino - Colle dei Giovetti - Calizzano - Bardineto - Colle di Scravaion - Castelvecchio di Rocca Barbena - Zuccarello - Cisano sul Neva - Leca - Albenga (Km 118)


Si riparte, dunque, in una direzione precisa e lungo un percorso coerente. Obiettivo il mare, ma come lo vede un piemontese, lontano e accessibile solo attraverso i monti, una meta da guadagnarsi a caro prezzo. Le vie d'accesso al ponente ligure sono tante, sta solo a trovare quella che più si adatta allo stato (d'animo e di forma) del momento, meglio se con qualche via fuga lungo il tracciato nel caso che le cose non dovessero mettersi nel verso giusto. La scelta finale è di raggiungere Calizzano attraverso il Giovetti e poi scendere a Finale o Albenga a seconda di come mi sentirò, ma prima decido di inserire un'ulteriore salita per evitare la fondovalle da Ceva a Bagnasco, salendo a Battifollo attraverso una strada mai percorsa in precedenza.

venerdì 14 settembre 2018

Il Fossanese


Fossano - Bene Vagienna - Gorra - Magliano Alpi - Gratteria - Rocca de' Baldi - Crava - Pasquero - Consovero - Montanera - Castelletto Stura - San Biagio - Murazzo - Maddalene - Fossano (Km 71)


Fermare le lancette e tornare indietro nel tempo, con un giro che mi riporta a un paio di decenni fa. La campagna tra Fossano, Mondovì e Cuneo è un falsopiano verso le montagne, solcato dallo Stura e dal Pesio, il primo con un letto ampio e degradante, il secondo stretto e profondo con le rive boscose e le rampe che raggiungono la doppia cifra a intervallare un percorso piatto solo all'apparenza. Al giro di boa, tra Gratteria e Crava, il borgo malinconico di Rocca de' Baldi, semideserto a metà agosto e lasciato andare coi suoi palazzi scrostati, una piccola Cherasco in tono minore, tagliata fuori da tutto e impegnata a sopravvivere portandosi sulle spalle i suoi anni gloriosi. E poi le 'bialere' tra Consovero, Montanera e Castelletto, strade d'acqua parallele all'asfalto, prima di riattraversare lo Stura dissanguato e toccare Murazzo, Maddalene, Gerbo. Caldo, pensieri, stanchezza e infine il ritorno a Fossano: le lancette riprendono a muoversi e il tempo a passare.

mercoledì 5 settembre 2018

Pioveva su tutte le Langhe


San Benedetto Belbo - Passo della Bossola - Murazzano - Belvedere Langhe - Dogliani - Monchiero - Cherasco - Pollenzo - Cinzano - Alba - Neive - Coazzolo - Valdivilla - Santo Stefano Belbo - Cossano Belbo - Rocchetta Belbo - Bosia - Cravanzana - Feisoglio - Niella Belbo - San Benedetto Belbo (Km 112)




martedì 4 settembre 2018

La valle della Clarée


Melezet - Colle della Scala - Nevache - Châlet de Laval - Nevache - Colle della Scala - Melezet (Km 47)


Giornate lunghe e faticose. Due ore strappate alla vita per uno dei 2000 più indecifrabili che ricordi, appena al di là del confine, dietro quel colle della Scala che lo scorso inverno si è portato via qualche disperato e ora che è estate porta i turisti da Bardonecchia a Nevache, da dove si risale la valle della Clarée fino al rifugio Laval e a una spianata adibita a parcheggio che segna la linea tra la fine della via asfaltata e l'ingresso in un paradiso di prati e cime aguzze, puro e selvaggio, da andarci prima o poi con tutta la famiglia e intanto conservarlo con la cura che si riserva agli attimi più preziosi e irripetibili.

giovedì 2 agosto 2018

Il col d'Allos


Barcelonnette - Col d'Allos - Barcelonnette (Km 40)


Il col d'Allos, gigante delle Alpi Marittime sopra Barcelonnette al pari dell'attiguo col de la Cayolle, è noto soprattutto per il suo aspetto da Giano bifronte: tanto docile e innocuo in salita, quanto insidioso al limite della pericolosità in discesa, fama quest'ultima accresciuta dal recente passaggio del Tour, che tutto estremizza in una corsa alla spettacolarizzazione insensata di uno sport che da sempre si fonda sui valori ben più sostanziali della resistenza e della fatica. Fatto sta che quando parto prima dell'alba per la Francia, sotto un autentico nubifragio, l'idea che ho in testa è che sto per affrontare una delle strade più pericolose dell'arco alpino, ma questo è un buon giorno per sfidare le mie paure da discesista negato, facendo correre le ruote della bicicletta a un passo dal baratro. Sì, perché il tratto caratterizzante dell'Allos sono cinque chilometri scavati nella roccia, col vuoto sulla destra schermato solo dai tipici muriccioli francesi, mezzo metro che in caso di sbandamento non offrono alcuna protezione.

venerdì 13 luglio 2018

La Strada del Cervo


Torino - Eremo - Pino T.se - Chieri - Pavarolo - Rezza di Bardassano - Castiglione T.se - San Mauro T.se - Torino(Km 47)


Periodo di spazi sempre più ristretti e sporadici per la bicicletta, di quelli in cui diventano preziose anche un paio d'orette strappate a fine giornata per un allenamento in collina, soprattutto se a un menu piuttosto scontato si riesce ad aggiungere un po' di pepe andando a scovare un paio di varianti mai percorse in precedenza; in questo caso, la digressione di strada del Nobile - strada San Vincenzo con immissione in strada di Pecetto, e quella di strada del Cervo tra Chieri e Pavarolo.

mercoledì 4 luglio 2018

Il santuario di Oropa e la galleria di Rosazza


Biella - Favaro - Santuario di Oropa - Galleria di Rosazza - Santuario di San Giovanni - Rosazza - Campiglia Cervo - Andorno Micca - Biella (Km 45)


Storia d'altri tempi e altri uomini. Il costruttore biellese Federico Rosazza, mazziniano e massone, pervaso da una certa vena mistica, decide di unire i santuari di Oropa e di San Giovanni attraverso una strada in alta quota che culmina a 1486 metri con una galleria di circa 350 metri, scavata a mano nella roccia dagli scalpellini locali, che unisce i due valloni di Oropa e Cervo. Il tutto rigorosamente a sue spese, terminato dopo soli tre anni di lavoro nel 1898, col lieto fine per il Rosazza di una nomina regia a senatore, e per i biellesi di uno splendido itinerario spirituale e turistico, completato nel tempo dalla Panoramica Zegna a est e dalla strada del Tracciolino a ovest. Non occorre eccedere in qualunquismo per immaginare che questa storia, trasposta ai giorni nostri, finirebbe tra piazzate di comitati No Galleria o gran tintinnii di manette per giri di tangenti e spese pubbliche gonfiate.

mercoledì 27 giugno 2018

Le Langhe sperperate


Gallo d'Alba - Borzone - Grinzane Cavour - Serralunga d'Alba - Monforte d'Alba - Barolo - Gallo d'Alba (Km 36)


In un periodo di magra ciclistica come quello che sto attraversando, qualunque buona occasione andrebbe sfruttata dal primo all'ultimo chilometro, invece capita che un pomeriggio nato con l'intento di godersi un bel giro in Langa venga tradito da gambe molli e spirito indolente come non mi succedeva da parecchio tempo, col risultato di portare a casa meno del minimo sindacale. Ne risulta il percorso più insignificante dell'anno, ma bastano il sole, una salitella inedita e il contorno impareggiabile delle Langhe del Barolo per salvare una giornata altrimenti destinata a un frettoloso dimenticatoio.

lunedì 18 giugno 2018

Il lago della Rovina


Valdieri - Entracque - Lago della Rovina - Entracque - Valdieri (Km 30)


Altro giro dimezzato per causa di forza maggiore, e ancora una volta a farne le spese è la Madonna del Colletto, che nell'ultimo paio d'anni sta diventando più inafferrabile della primula rossa. In attesa di poter finalmente scalare il valico tra le valli Gesso e Stura, in questo caso devo accontentarmi di un percorso a dir poco minimale, ma con discreti contenuti tecnici e cicloturistici, che mi vedrà salire da Valdieri al lago della Rovina, e ritorno sulla medesima strada.

giovedì 14 giugno 2018

Il Giro a Cervinia


Châtillon - Antey-Saint-André - Valtournenche - Breuil-Cervinia - Valtournanche - Antey-Saint-André - Châtillon (Km 57)


Gli organizzatori del Giro d'Italia 2018 sono stati molto generosi col nord-ovest, disegnando in Piemonte e Valle d'Aosta le tre tappe decisive prima della farsa finale tra le buche e i sampietrini romani. Da Pratonevoso a Bardonecchia e a Cervinia ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta, ma è sulla tappa torinese (Finestre, Sestriere, Jaffereau) che da tempo avevo puntato gli occhi, e l'impresa "alla Coppi" di Chris Froome mi avrebbe dato ampiamente ragione. Purtroppo, alla fine spuntano cose più importanti di una giornata in bicicletta che mi inducono a ripiegare sulla tappa valdostana. Anche qui, le opzioni sarebbero molteplici, dallo Tsecore a una divagazione a Cheneil sopra Valtournenche, ma una volta sul posto vengo letteralmente trascinato dall'onda lunga dei suiveurs al traguardo di Cervinia, che comunque non avevo mai raggiunto partendo dal fondovalle.

lunedì 4 giugno 2018

Il colletto del Moro


Borgo San Dalmazzo - Fontanelle - Santuario di Sant'Antonio - Cerati - Colletto del Moro - Cerati - Boves - Fontanelle - Borgo San Dalmazzo (Km 20)


Per l'ultima uscita prima del classico appuntamento al seguito del Giro d'Italia, il progetto è un bel percorso a cavallo del Gesso con la doppia scalata al famigerato colletto del Moro e alla Madonna del Colletto dal duro versante di Valdieri; un meteo molto peggiore delle peggiori previsioni entra a gamba tesa sulle mie buone intenzioni e il risultato è un giro di 20 chilometri ma non privo di significato, visto che i due chilometri finali del Moro sono terrificanti, forse i più duri che mi siano mai capitati sotto le ruote.
il punto di partenza è fissato a Borgo San Dalmazzo, e già dal momento in cui scendo dalla macchina è chiaro che non raggiungerò mai la valle Stura, sopra la quale incombe un cielo nero come la pece, ma la speranza è almeno di chiudere un anellino con discesa in valle Vermenagna all'altezza di Robilante: anche questa aspettativa minima andrà strada facendo rivista al ribasso.

venerdì 25 maggio 2018

100 chilometri tra valle Po e Monferrato


Torino - San Mauro T.se - Castiglione T.se - Gassino T.se - Verolengo - Crescentino - Fontanetto Po - Palazzolo V.se - Trino - Morano sul Po - Casale M.to - Fubine - Felizzano - Masio (Km 111)


Lungo tragitto da Torino a Masio privo di difficoltà tecniche, con lo scopo primario di macinare chilometri e creare un po' di fondo in una stagione fin qui caratterizzata da percorsi mediamente brevi. L'itinerario scelto prevede di seguire il corso del Po fino a Casale per poi piegare decisamente verso sud superando le collinette del Monferrato e infine terminare sulle rive del Tanaro, per un totale di 110 chilometri che ne faranno il giro nettamente più lungo percorso finora.

venerdì 18 maggio 2018

L'Astigiano tra Canelli e Roccaverano


Canelli - Cassinasco - Bubbio - Monastero B.da - Santuario di San Girolamo - Roccaverano - Vesime - Cessole - Bric Faidal - Seirole - Canelli (Km 56)


A distanza di cinque giorni, ritorno sulle strade dell'Astigiano per un percorso decisamente più allenante di quello precedente. La meta principale del giro è Roccaverano, soltanto sfiorato in una delle ultime uscite dell'autunno scorso; per l'occasione, vado alla scoperta di uno dei tanti versanti che salgono al paese più elevato dell'astigiano percorrendo una stradetta che attraverso il passaggio al santuario di San Girolamo congiunge la valle Tatorba di Monastero alla torre di Vengore, sulla strada che sale da Mombaldone. A contorno dell'obiettivo saliente della giornata, il doppio scavalcamento della linea collinare che separa le valli Bormida e Belbo, a completare un giro dall'elevato contenuto tecnico, per certi versi più impegnativo della salita al Sempione di qualche settimana fa.

lunedì 14 maggio 2018

Primo Maggio tra Astigiano e Langhe


Nizza M.to - Canelli - Sant'Antonio - Piana del Salto - Calosso - Santo Stefano Belbo - Santa Libera - Seirole - Santo Stefano Belbo - Canelli - Calamandrana - Nizza M.to (Km 49)


Classico, appagante giro tra le colline di Santo Stefano per l'uscita del Primo Maggio. Non ho né tempo né voglia di tirarmi il collo in percorsi troppo lunghi e impegnativi, ma poche strade come quelle di questo angolo di Langa al confine col Monferrato mi trasmettono un senso di rilassamento e di piacere ogni volta che ci ritorno, a prescindere dalla natura tecnica dell'itinerario e dalla mia condizione psicofisica. Nel caso specifico, per conciliare le esigenze mie e del mio compagno di avventura, sarà sufficiente stabilire un punto di partenza e un chilometraggio di massima, poi si deciderà sul momento dove indirizzare le bici tra le tante strade che salgono e scendono dalle colline attorno alla valle Belbo.

venerdì 4 maggio 2018

Il passo del Sempione


Varzo - Iselle - Gondo - Gabi - Simplon Dorf - Passo del Sempione - Gabi - Gondo - Iselle - Varzo (Km 56)


Era l'unico 2000 - in piccola parte - piemontese che non avessi mai percorso. Messo in calendario da almeno un decennio, il Sempione era ogni volta stato scartato per tanti motivi: lontano, trafficato, costellato di lunghe gallerie, tecnicamente non molto significativo, privo di storia ciclistica. Il passo svizzero ha però la caratteristica di essere aperto tutto l'anno e, visto l'eccezionale innevamento di questo inverno, lo tengo d'occhio tramite webcam da inizio marzo, ma è solo a fine aprile che arriva la giornata giusta per decidermi ad affrontarlo.

lunedì 23 aprile 2018

Il santuario di Sant'Ignazio e il passo della Croce


Lanzo T.se - Santuario di Sant'Ignazio - Gisola - Chiaves - Passo della Croce - Fè - Procaria - Pessinetto - Germagnano - Lanzo T.se (Km 31)


Ritorno a Lanzo pochi mesi dopo uno dei giri più riusciti della stagione scorsa. Rispetto al lungo saliscendi per le alture dell'Alto Canavese di sei mesi fa, le caratteristiche di questo percorso di metà aprile sono però del tutto diverse: se in quel caso avevo messo in fila cinque salite brevi con punta di altitudine e difficoltà massima ai 1050 metri di Chiaves dal versante di Monastero, stavolta devo accontentarmi di un anello di soli 30 chilometri incentrato sull'ostica salita del passo della Croce, un valico di mezza montagna posto al termine di una salita di 13 chilometri a tratti molto impegnativa, certamente l'ostacolo più difficile finora affrontato in questo balbettante avvio di stagione.

lunedì 16 aprile 2018

La Verna di Cumiana


Torino - Beinasco - Orbassano - Bruino - Sangano - Trana - Pianca - Colletta di Cumiana - Verna - Cumiana - Orbassano - Stupinigi - Torino (Km 80)


Un paio di anni fa, di questi tempi, percorsi un giro incentrato sulla scalata al colle di Pra Martino dalle caratteristiche molto semplici: qualche decina di chilometri in piano per arrivare all'imbocco di una salita di media montagna e media difficoltà, discesa e qualche altra decina di chilometri per rientrare in città. Lo stesso schema si ripete nell'itinerario che mi porterà ad affrontare della Verna, una frazioncina di Cumiana posta a 900 metri di altitudine, sopra il paese e l'omonima colletta. Un giro dunque senza troppe pretese, ma che mette insieme qualche buono spunto sia tecnico che cicloturistico, niente male, posto che in questo periodo della stagione non posso spingermi più in là per limiti di tempo, di preparazione fisica e non ultimo di clima.

giovedì 12 aprile 2018

Pasqua a Treiso


Masio - Cortiglione - Incisa Scapaccino - Nizza M.to - Canelli - Robini - S. Stefano Belbo - Camo - Mango - Neviglie - Trezzo Tinella - Treiso (Km 52)


Arriva a Pasqua la prima giornata di sole dell'anno. Dopo un febbraio gelido e un marzo ancora invernale, aprile si presenta nel migliore dei modi, con cielo terso, luce perfetta e temperatura tra i 15 e i 20 gradi, una pacchia attesa da mesi che non può essere sprecata neppure se capita nel giorno di Pasqua, perché la primavera si annuncia particolarmente capricciosa e ogni occasione persa rischia di tramutarsi in un rimpianto; occorre dunque fare di necessità virtù, per conciliare le esigenze ciclistiche con quelle gastronomiche-familiari, e dal momento che quest'ultimo programma prevede un pranzo nelle Langhe a Treiso, non resta che studiare un buon percorso per raggiungere la cittadina, lasciando molto a margine l'ipotesi di un rientro ancora su due ruote.