venerdì 13 ottobre 2017

Le collette del saluzzese


Saluzzo - Revello - Envie - Barge - Colletta di Barge - Paesana - Sanfront - Gambasca - Martiniana Po - Castellar - Pagno - Brondello - Colletta di Isasca - Isasca - Venasca - Piasco - Verzuolo - Manta - Saluzzo (Km 79)


Giro abbastanza deludente sulle strade del saluzzese. Per la prima uscita autunnale dell'anno, l'idea di base è molto semplice: altitudini e difficoltà ridotte, strade tranquille e un percorso misto con qualche puntata tra i boschi che dovrebbero già offrire i colori più belli dell'anno; dal canto suo, il saluzzese è la zona della provincia Granda che negli anni ho battuto di meno e che sembra rispondere alla perfezione a tutti i requisiti, e dunque preparo un percorso incentrato sulle scalate dei colletti di Barge e di Isasca. Quello che non avevo messo in preventivo erano le alte temperature di questa fine di settembre che mi faranno soffrire per buona parte del giro, oltre al fatto che anche dal punto di vista cicloturistico i pochi spunti interessanti risulteranno annegati tra lunghi chilometri piuttosto piatti.

Da Saluzzo a Barge, i primi 20 chilometri attraverso Revello ed Envie sono su strade provinciali pianeggianti con leggere ondulazioni e solo gli ultimi due prima dell'ingresso in paese propongono un principio di salita tra il 3 e il 5%, un buon riscaldamento in vista della prima e più agevole asperità della giornata. La colletta di Barge (o di Paesana) è una salita di circa cinque chilometri che dopo essersi inoltrata per un paio di chilometri in una valletta, scala in una serie di tornantini la bassa collina che separa Barge da Paesana; le pendenze non sono mai severe, e solo in un tratto centrale si tocca il 7/8%, cosicché si raggiunge lo scollinamento senza difficoltà. Il paio di chilometri che separano la colletta da Paesana sono in realtà in saliscendi, con un primo chilometro in discesa seguito da un secondo nel quale si riguadagna la quota precedentemente persa, ma sarà questo il passaggio che offrirà il panorama più bello del giorno, con una bella vista sul Monviso, seppur velato da una leggera foschia.
Lasciata Paesana, per circa 15 chilometri si ridiscende la valle Po in direzione di Saluzzo attraverso i passaggi a Sanfront, Gambasca e Martiniana Po; a parte qualche chilometro vallonato tra questi paesi, si può inserire il lungo rapporto e sviluppare una notevole velocità fino a incontrare sulla destra il bivio per Castellar e la valle Bronda. Per un altro paio di chilometri si percorre adesso una bella strada di campagna in leggera ascesa, fino a lambire l'abitato di Castellar e immettersi quindi nella provinciale, dove di fatto inizia la seconda e più dura salita del giro, che in poco più di sette chilometri mi porterà alla colletta di Isasca.
Fino a Brondello, l'ascesa è regolare e moderata, poi seguono quattro chilometri e mezzo davvero impegnativi, che già in passato mi sono risultati piuttosto indigesti. Appena lasciato alle spalle il piccolo centro del paese, la strada comincia a salire con dure rampe attraverso una bella serie di 14 tornanti che si snodano tra prati e bosco, dove tuttavia prevale ancora il verde di fine estate. Per circa tre chilometri si sale intorno all'8% e non manca qualche breve tratto in cui rifiatare, ma quando si raggiunge il tornante a lato del quale è edificata la chiesetta della Madonna delle Grazie, comincia un chilometro davvero difficile, con media vicina al 10% e qualche puntata ancora più ripida; il caldo ora intenso e l'andatura garibaldina tenuta nella prima metà del percorso presentano il conto, ed è a fatica che raggiungo il quattordicesimo e ultimo tornante, dopo il quale la strada spiana decisamente fino ad arrivare senza ulteriori problemi alla colletta di Isasca, da cui comincia una veloce discesa che in cinque chilometri mi porta alla fondovalle Varaita, poco prima di Venasca. Gli ultimi 15 chilometri verso Saluzzo, ancora in falsopiano a scendere con i passaggi intermedi a Piasco, Verzuolo e Manta, chiudono un giro tutt'altro che perfetto, con troppi intervalli anonimi a collegare pochi settori degni di nota.

il meglio del giro

La salita alla colletta di Isasca è breve ma da non prendere sottogamba. Il Monviso fa da sfondo solo per un breve tratto prima di Paesana.

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