venerdì 20 ottobre 2017

L'anello di Pila


Gressan - Pila - Charvensod - Gressan (Km 38)


Visto che l'estate non vuol proprio saperne di andarsene, decido di piazzare la prima uscita di ottobre in alta quota, come mai avevo osato in questo periodo dell'anno. Il dubbio iniziale è tra la valle d'Aosta e una puntata oltre confine dalle parti del colle della Scala; alla fine la spunta la Vallée, con obiettivo fissato a Pila, la stazione sciistica sopra il capoluogo, già sede di vari arrivi di tappa al Giro. Per una volta, più che il percorso nella sua globalità o le caratteristiche della salita, ad attrarmi è il punto di arrivo, perché Pila gode di un punto di vista privilegiatissimo su tutto il versante settentrionale della valle centrale, con una visuale che spazia dal Monte Bianco al Monte Rosa, il tutto illuminato da una giornata perfetta anche climaticamente.

Pila può essere raggiunta da due versanti di uguale lunghezza che si congiungono a circa cinque chilometri dalla vetta: il primo ha origine da Aosta ed è il più impegnativo, ma visto lo stato di forma al ribasso io decido di salire da Gressan per beneficiare di pendenze più regolari; la scelta si rivelerà doppiamente azzeccata perché la strada di Gressan è più aperta rispetto a quella di Aosta, che per lunghi tratti si snoda nel bosco.
Dopo un'insolita difficoltà a trovare parcheggio nei paesini dell'Oltredora, sono infine pronto a partire e attaccare la salita. Fin dalle prime, agevoli rampe, quello che impressiona positivamente è l'ampiezza dei panorami, insolita nel versante meridionale della valle, e man mano che si sale spuntano nuovi obiettivi su cui puntare occhi e smartphone. Se la mole del Grand Combin sopra Aosta e quella più lontana del Rutor sopra il Piccolo San Bernardo sono infatti ben visibili da subito, dopo pochi tornanti si comincia ad ammirare buona parte della fondovalle dominata dall'abitato del capoluogo, e di lì a poco a est si comincia a intravedere il massiccio del Monte Rosa. A circa metà salita, infine, a ovest compare il Monte Bianco a tenere compagnia durante la pedalata.
Dal punto di vista tecnico, invece, la salita è tutt'altro che memorabile, coi primi tre chilometri pedalabili e i successivi due più impegnativi, ma senza picchi di particolare difficoltà, caratteristica che si mantiene anche nei sette chilometri successivi fino all'immissione nella strada proveniente da Aosta; non che si salga proprio con la pipa in bocca, ma una volta trovato il ritmo giusto, basta mantenerlo senza strappi per riuscire a procedere in buona tranquillità.
Le cose cambiano un po' negli ultimi cinque chilometri e mezzo di salita, quando la strada propone lunghi tratti intorno all'8% e qualche rara punta al 10, pendenze importanti che unite alla lunghezza complessiva della salita comportano una certa diminuzione dell'andatura, ma seppure con un po' di fatica, chilometri e tornanti scorrono sotto le ruote uno dopo l'altro fino ad arrivare ai primi edifici sotto il centro di Pila.
Quando infine raggiungo il ventesimo e ultimo tornante, è una bella sorpresa vedere spuntare poco a sinistra del Monte Rosa l'inconfondibile vetta del Cervino, un piccolo triangolino alle spalle delle alture più basse, ma non pensavo che fosse visibile, e una volta arrivato ai 1800 metri del piazzale è davvero uno spettacolo riuscire a contemplare tutte le cime più famose ruotando semplicemente la testa di 90°. La bellezza dei paesaggi è tale da far passare in subordine l'ordinaria bruttura di Pila, e per qualche minuto dimenticare anche l'anomalia di starsene in maglietta a quasi 2000 metri nel mese di ottobre, quando già i 1000 metri sono spesso e volentieri una chimera.
Mi prendo un quarto d'ora di tranquillità e poi con calma incomincio la discesa. Basta indossare i manicotti per scendere i primi chilometri esposti al sole senza sentire il freddo, poi, dopo che la strada si divide e io ho imboccato quella che scende verso Aosta, la discesa diventa per un paio di chilometri un falsopiano e poi si immerge in una bella pineta. E' in questi cinque chilometri molto pendenti e completamente in ombra, quando ormai l'altitudine è scesa intorno ai 1000 metri, che la temperatura scende di parecchi gradi, ma quando arrivo a Charvensod, tre chilometri prima della fine della discesa, il sole torna a farla da padrone e raggiungo velocemente la fondovalle. Ultimissimi chilometri in piano per tornare a Gressan, e poi arrivederci alla Valle d'Aosta e alle montagne d'alta quota fino all'anno prossimo.

il meglio del giro

Quando la meta vale il giro: panorami meravigliosi che meritano di essere gustati nella calma della bassa stagione.

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