venerdì 21 luglio 2017

Il colle d'Oggia / 2


Diano Marina - Imperia - San Lorenzo al mare - Santo Stefano al Mare - Riva Ligure - Arma di Taggia - Taggia - Badalucco - Montalto Ligure - Carpasio - Colle d'Oggia - San Bernardo di Conio - Colle San Bartolomeo - Cesio - Passo del Ginestro - Testico - Stellanello - Andora - Capo cervo - Cervo - San Bartolomeo al Mare - Diano Marina (Km 98)


A distanza di una settimana, torno sul colle d'Oggia disegnando un percorso un po' più lungo e impegnativo del precedente, ma allo stesso tempo meno spettacolare, dal momento che il versante prescelto - quello della valle Argentina - è decisamente più uniforme di quello di Imperia, e soprattutto quasi interamente chiuso nel bosco. Come contraltare, aumentano i rilassanti chilometri lungo il mare, e l'inserimento del Ginestro aggiunge un po' di varietà rispetto alla classica e trafficata discesa della valle Impero.

Il preludio alla salita è lungo in questo caso 25 chilometri fino ad Arma di Taggia che raggiungo attraverso la ciclabile da San Lorenzo, una vera pacchia se percorsa il mattino presto quando non è ancora invasa dai turisti della domenica, e ancora di più se il vento alle spalle permette di macinare i chilometri senza alcuno sforzo.
Ad Arma, lascio il mare per imboccare sulla destra la profonda valle Argentina, che percorrerò in leggera salita per circa 14 chilometri, fino al bivio per Montalto Ligure, da cui ha origine la salita per il colle d'Oggia. Il primo chilometro che porta al paese e lo attraversa è forse il più bello di tutta la salita grazie alle caratteristiche tipicamente liguri del borgo, poi la strada si inoltra nel bosco e di fatto non ne uscirà fino a mezzo chilometro dal passo.
La salita, piuttosto continua, può dividersi in due parti di uguale lunghezza: fino a Carpasio, si segue il corso sinuoso del torrente Carpasina su pendenze intorno al 6%; quindi, si lascia la fondovalle e si scala il versante di sinistra fino al colle attraverso una serie di tornanti un po' più impegnativi, con qualche punta all'8-9%. Nel complesso, si tratta comunque di una salita che non presenta particolari difficoltà, e anche in questo caso raggiungo lo scollinamento senza problemi, a conferma di un'ottima condizione fisica. Nel frattempo, la strada è finalmente uscita dal bosco, e gli ultimi minuti di salita sono anche allietati dall'ampio panorama sulla valle appena percorsa.
Ho ormai 50 chilometri alle spalle, e i 15 successivi in discesa fino a Cesio ripercorrono esattamente quelli percorsi la settimana prima, ma quando arrivo all'ingresso in paese, abbandono la strada principale per imboccare sulla sinistra quella che conduce al passo del Ginestro. Sono solo un paio di chilometri di salita, ma i primi 500 metri sono probabilmente i più impegnativi del giorno, e anche la lunga traversa che conduce al valico si attesta su pendenze attorno al 7%.
A questo punto, inizia una divertente discesa di una dozzina di chilometri fino a Stellanello, e da qui si prosegue in falsopiano a scendere per altri dieci chilometri, battuti da un vento contrario, fino a tornare sul lungomare all'altezza di Andora. Altri sette chilometri con l'innocuo intermezzo di Capo Cervo, e si chiude un giro di quasi 100 chilometri non originalissimo, ma di livello più che buono sotto tutti i punti di vista.

il meglio del giro

Anche in un giro che sale oltre i 1000 metri, siamo pur sempre in Liguria, e per una volta non è male apprezzare la trentina di chilometri pianeggianti, con la compagnia del mare a pochi metri.

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