martedì 4 luglio 2017

Alta Langa, Africa


Mombarcaro - Niella Belbo - Robertiero - Gorzegno - Prunetto - Gottasecca - Mu - Saliceto - Monesiglio - Mombarcaro (Km 57)


Abituato ad associare le strade dell'Alta Langa alle temperature fresche, se non fredde, dell'autunno, fa un certo effetto spremere litri di sudore salendo a Mombarcaro da uno dei versanti meno complicati, ma questa è la conseguenza del giugno più torrido che io ricordi, capace di trasformare le alte colline ai confini con la Liguria in fornaci a cielo aperto, battute da un vento caldo che invece di dare ristoro aumenta l'effetto della disidratazione.

Dopo un paio di giri in altissima quota, abbasso a quote collinari la mia prima uscita estiva, fissando comunque partenza e arrivo nella classicissima Vetta delle Langhe, sperando di scansare almeno in parte il caldo africano della pianura: obiettivo più o meno centrato soltanto nella prima metà del percorso, finché il sole delle ore più calde del pomeriggio finisce inesorabilmente col cuocermi a fuoco lento, rendendo ancora più faticosa la chiusura di un anello di per sé piuttosto impegnativo, caratterizzato dalla scalata di due salite inedite e interessanti.
Avvio necessariamente in discesa, ma fino a Niella Belbo l'andamento è vallonato, in particolare quando all'altezza della chiesa della Madonna di Niella lascio la strada principale per prendere sulla destra una panoramica stradina che funge da via crucis correndo sulla cresta collinare, fino a raggiungere, dopo un paio di chilometri, al bivio sulla destra per Gorzegno.
La discesa che segue verso la valle Bormida è lunga cinque chilometri e molto tecnica: curve cieche, carreggiata stretta, pendenze accentuate e fondo a tratti rovinato sono insidie che richiedono la massima prudenza, anche se per contro una strada con queste caratteristiche garantisce una quasi totale assenza di traffico.
Raggiunta la fondovalle dopo il passaggio nella frazioncina di Robertiero, seguono tre chilometri leggermente ondulati e un quarto nel quale si scende nella piazzetta centrale di Gorzegno, si aggira il cimitero e si supera il ponte sul Bormida, prima di attaccare la prima e più dura salita del giorno che in otto chilometri mi porterà prima a Prunetto e poi a lambire il bricco dei Faggi sulla strada per Gottasecca. Non ho mai percorso i cinque chilometri fino a Prunetto, ma non è difficile immaginarli: come nell'altro versante, la strada è molto stretta e sale a tratti ripida, con pendenze spesso nei dintorni del 10% e non molti punti in cui rifiatare; l'aspetto positivo è che la vegetazione è folta e permette di padalare all'ombra fino a quando si esce in un'ampia radura ai piedi del paese dominato a sinistra dall'imponente mole del castello in pietra, ma a questo punto la strada spiana e addirittura si entra nell'abitato in discesa.
Agganciata la provinciale proveniente da Monesiglio, si entra con strada in buona pendenza nella parte alta del paese, da cui si svolta a destra in direzione di Gottasecca. I tre chilometri che seguono sono ancora in salita, questa volta molto discontinua: nella prima parte si incontrano le rampe più dure del giorno, poi si raggiunge la cresta e in un bellissimo e panoramico ambiente prativo si arriva a scollinare su pendenze moderate, per poi scendere a Gottasecca dopo un paio di chilometri di veloce discesa. Sono a poco meno di metà giro e sta cominciando a fare molto caldo. Prima di scendere alla fondovalle Uzzone, cerco una fontana in paese (di bar neppure l'ombra), ma l'unica che trovo getta acqua calda e talmente sporca da indurmi a rinunciare a riempire la borraccia ormai agli sgoccioli, e dunque mi preparo ad affrontare discesa e successiva risalita di quattro chilometri e mezzo senza scorte idriche.
La salita che dalla valle Uzzone scavalca la linea collinare in direzione di Saliceto è per me inedita, ma da quel che ho letto e sentito intuisco che sarà la più facile del giorno, e infatti mi basta impostare un ritmo regolare per superare l'ostacolo senza difficoltà. Purtroppo, devo dire che la strada è piuttosto anonima, con pochissimi scorci da ricordare e nessuno spunto tecnico rilevante, mentre la discesa verso la valle Bormida risulta un po' più panoramica, soprattutto all'altezza di Mu, dove si incontra anche una breve contropendenza di mezzo chilometro. Quello che semmai mi resterà impresso di questo tratto di percorso è il vento caldo che soffia su queste colline a ridosso del confine ligure, come pedalare sotto l'effetto di un gigantesco fon.
Sceso a fondovalle e fatto rifornimento d'acqua a Saliceto, il programma prevederebbe ora di salire a Camerana, scollinare e poi scendere in alta valle Belbo, da cui risalire infine a Mombarcaro, ma non appena imbocco la strada verso Campolungo e Camerana, mi trovo di fronte a un cartello di strada interrotta, e poche centinaia di metri più in là sono in effetti ben visibili le conseguenze dell'alluvione dell'autunno scorso. Può darsi che con un po' di spirito avventuroso riuscirei a oltrepassare l'ostacolo, ma valuto che non ne vale la pena e decido di tagliare il breve passaggio in valle Belbo per risalire direttamente a Mombarcaro da Monesiglio, che raggiungo dopo aver percorso otto chilometri di fondovalle in leggera discesa.
Ho percorso 48 chilometri e me ne restano solo nove, ma tutti in salita, ed ora il caldo comincia a diventare davvero insopportabile. I primi cinque chilometri fino al bivio per Ceva salgono a tornanti su pendenze regolari intorno al 6%, niente di particolare, sennonché ogni metro mi costa una strizzata di sudore e la scalata diventa una vana ricerca di qualche pedalata all'ombra, un piccolo calvario che diminuisce poi per un paio di chilometri fino alla chiesetta di San Luigi. Non restano a questo punto che i due chilometri finali, ma la strada adesso è completamente esposta al sole e le pendenze tornano cattive, tra l'8 e il 9%. Cerco di rallentare per evitare un eccessivo surriscaldamento, ma gli ultimi minuti sono davvero faticosi ed è un sollievo quando finalmente raggiungo la piazza del paese, dove concludo la giornata gustandomi una birra e un gelato che mi rimettono al mondo.

il meglio del giro

Giro complessivamente interessante anche se percorso nella stagione sbagliata. Molto belli e vari i chilometri in quota tra Prunetto e Gottasecca.

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