venerdì 19 maggio 2017

La cappella del Rocciamelone


Torino - Cavoretto - Monte Calvo - Revigliasco - Moncalieri - Cappella del Rocciamelone - Cavoretto - Pian del Lot - Torino - Monte dei Cappuccini - Torino (Km 35)


Forse il più bel giro sulla collina torinese che abbia mai percorso: duro, vario e avvincente dal primo all'ultimo chilometro, con la chicca della scalata alla cappella del Rocciamelone, una strada sconosciuta anche alla maggioranza dei torinesi e che probabilmente neppure io avrei mai scoperto senza la preziosa dritta del compagno di strada che qualche settimana fa mi ha accompagnato sulla Panoramica Zegna; un sentito ringraziamento per avermi indicato questa strada a pochi chilometri da casa, e tuttavia talmente nascosta che sembra spuntare dal nulla nel fitto del bosco. Prima e dopo, le pendenze da capogiro in strada della Viola e quelle appena più umane della val Pattonera, per completare un giro che per una volta non mi lascia nessun rimpianto.

Dopo i primissimi chilometri lungo corso Moncalieri, raggiungo il bivio per Cavoretto, dove arrivo dopo tre chilometri di facile ascesa affrontati a ritmo di scampagnata. Uscendo dall'abitato, poco dopo la bocciofila, lascio sulla destra la strada dei Ronchi per imboccare a sinistra quella della Creusa, che più in là cambierà il nome in strada della Viola: saranno questi i due chilometri in assoluto più difficili del giorno. Per mezzo chilometro si sale su pendenze molto impegnative, con frequenti picchi a doppia cifra e pochi tratti in cui tirare il fiato, ma tutto sommato lo sforzo risulta abbastanza gestibile fino a raggiungere una diramazione: a sinistra si prosegue per la durissima strada Tetti Gariglio, ma io prendo sulla destra la strada della Viola, che si ricongiungerà con la prima mezzo chilometro più in là; i primi 200 metri sono quasi pianeggianti, poi le rampe diventano improvvisamente ripidissime e negli ultimi 50 metri addirittura da ribaltamento, come ricordo solo nel finale del colle della Dieta. Dopo questo settore spaccagambe, la salita prosegue per un altro chilometro nel bosco, ma adesso i pochi tratti ripidi si alternano ad altri più lunghi decisamente pedalabili che permettono un buon recupero. A conti fatti, la famigerata accoppiata Creusa / Viola è molto dura, ma a parte quella cinquantina di metri disumani non mi è sembrata peggio di altri versanti sparsi qua e là per la collina, e sicuramente più abbordabile della strada della Vetta, dove il tratto con pendenze al 20% è molto più lungo e il fuori-giri è praticamente garantito, a meno di montare rapportini da mtb.
Raggiunta la strada principale all'altezza del Monte Calvo, tralascio la parte terminale della salita al colle della Maddalena e scendo direttamente a Revigliasco, da dove proseguo in veloce discesa in direzione di Moncalieri. All'altezza di Testona, non senza qualche difficoltà, arrivo poi all'incrocio con la strada San Michele, da cui ha origine la seconda salita di giornata. Anche in questo caso non mancano passaggi tecnicamente molto esigenti, come il primo mezzo chilometro, ma qui l'aspetto che sorprende di più è l'ambiente che si attraversa non appena lasciato alle spalle l'abitato: la stradina diventa strettissima e si immette per un chilometro abbondante in un bosco fittissimo e fuori dal mondo, a una manciata di chilometri dal traffico e dal rumore della città, per poi sbucare all'improvviso, in capo a una bella serie di stretti tornantini, in una bella piazzetta acciottolata dominata dalla cappella del Rocciamelone e aperta a ovest su una meravigliosa vista sulle colline di Revigliasco e di Pecetto.
Da qui, si svolta poi sulla sinistra imboccando la strada Santa Brigida, che per un chilometro abbondante prosegue in salita moderata, prima di scendere poi verso Moncalieri fino all'incrocio per Cavoretto, che raggiungo per la seconda volta in giornata dopo circa quattro chilometri di saliscendi.
Ho percorso 25 chilometri di rara intensità, ma questa volta non ho problemi di tempo e mi sento ancora in buona forma, quanto basta per concedermi la terza salita della val Pattonera, anche stavolta lunga solo due chilometri, ma molto dura nella parte iniziale, con rampe costantemente sopra il 10% fino all'altezza di Villa Somis; poi, la strada continua a salire fino a incrociare la strada della val Salice quasi all'altezza del Pian del Lot, ma adesso le pendenze permettono di scollinare senza troppi patemi.
La discesa verso via Thovez, piazza Crimea e via Fiume mi riporta rapidamente in corso Moncalieri, ma prima di chiudere il giro mi concedo un'ultima piccola asperità, salendo ancora al belvedere del Monte dei Cappuccini, la ciliegina che non poteva mancare in una torta mai così ricca come quella apparecchiata questa volta dalla collina torinese.

il meglio del giro

Difficile trovare a due passi da Torino una strada più "imboscata" (nel senso letterale del termine) di quella che porta alla cappella del Rocciamelone. Da ripetere.

Nessun commento:

Posta un commento