martedì 31 maggio 2016

Il Giro al colle dell'Agnello


Sampeyre - Casteldelfino - Chianale - Colle dell'Agnello - Chianale - Casteldelfino - Sampeyre (Km 63)


Il Giro d'Italia 2016 è stato generoso con il Piemonte: tra l'arrivo a Pinerolo di giovedì e la festa finale a Torino di domenica, gli organizzatori hanno infatti inserito i due tapponi alpini decisivi a cavallo tra Italia e Francia. Da mesi avevo puntato il mirino sulla Guillestre - Sant'Anna di Vinadio, poi, tanto per cambiare, muovermi sabato diventa estremamente macchinoso, e dunque rotta sulla Pinerolo - Risoul che prevede nientemeno che la scalata alla Cima Coppi posta ai 2744 metri del colle dell'Agnello. Non posso certo parlare di ripiego rispetto all'idea di partenza, semmai ho più di qualche preoccupazione nel dover affrontare un ostacolo di questa portata in un periodo di forma tutt'altro che brillante. Paradossalmente, la soluzione sarà anticipare la partenza da Casteldelfino a Sampeyre, allungando il chilometraggio di una decina di chilometri, ma allo stesso tempo sgravandomi dal 'dovere' di arrivare in vetta: salirò fino a quando ne avrò, meglio se fino alla cima, altrimenti mi fermerò un po' prima e sarà andata bene lo stesso.

lunedì 30 maggio 2016

Dalla collina alle porte di Carmagnola


Torino - Monte Calvo - Moncalieri - Villastellone - Casanova - Favari - Villastellone - Santena - Cambiano - Pecetto T.se - Eremo - Torino (Km 65)


Ultimo allenamento in collina prima dell'approdo del Giro sulle Alpi e dubbi sostanzialmente immutati. Anche in questo caso le contingenze mi impediscono una trasferta su terreni più probanti (e motivanti), per cui partenza da Torino e obiettivo puntato a disegnare un percorso che unisca contenuti tecnici di un certo rilievo e chilometraggio quantomeno dignitoso, bersaglio centrato con una puntata fino alla periferia di Carmagnola che prevede a inizio e fine giro un doppio scavalcamento della collina al Monte Calvo e all'Eremo.
Sto attraversando un periodo di stanca dopo un buon inizio di stagione, e fin dalle prime pedalate lungo le rampe della val Salice in uscita dalla città, ho la conferma che il colpo di pedale migliore non tornerà questo pomeriggio. Il versante del colle della Maddalena che sto affrontando non è certamente il più duro per pendenze e continuità della salita, ma la strada sale a gradoni, con belle rasoiate al 10% al quarto chilometro e prima della pausa al Pian del Lot, ed è in questi tratti più ripidi che mi ritrovo a dovermi impegnare più di quanto avessi preventivato, col risultato di raggiungere il bivio per il Monte Calvo con un certo affanno, avendo percorso soli sette chilometri.

mercoledì 25 maggio 2016

Harakiri a Pietraporzio


Piano Quinto - Festiona - Vinadio - Sambuco - Pietraporzio - Sambuco - Vinadio - Aisone - Demonte - Moiola - Gaiola - Piano Quinto (Km 74)


Il maggio complicato prosegue in valle Stura dopo i problemi fisici post-Faiallo e le fatiche di Superga, ma mai come in questo caso vale il detto "chi è causa del suo mal, pianga se stesso"; sta di fatto che quella che si prospettava come una bella giornata in montagna, abortisce troppo in fretta in un clamoroso buco nell'acqua.
Tra le varie alternative sul tavolo, l'aveva spuntata l'idea di attaccare il primo (quasi) 2000 dell'anno, il facile quanto scenografico colle della Maddalena, da cui manco da troppi anni. Percorso scontato che prevede la risalita della valle Stura, l'unico dubbio è da dove partire, con scelta finale della frazione Piano Quinto di Roccasparvera, da cui inizia la strada militare parallela alla statale. Arrivato sul posto, al momento di partire a cavallo della Cucchietti, mi spunta il pensiero che non ho con me neppure una camera d'aria di scorta, ma quello delle forature non è mai stato un mio problema, le conto sulle punte delle dita pur avendo negli anni percorso strade di ogni tipo. Non resta dunque che inforcare la bici e partire alla volta del colle, distante ben 55 chilometri.

giovedì 19 maggio 2016

Da Superga a Bardassano


Torino - Superga - Rivodora - Castiglione T.se - Bardassano - Chieri - Pino T.se - Torino (Km 52)


Condizione fisica in ribasso, tosse residua, malloppo del pranzo domenicale sullo stomaco, umidità da tagliare col coltello: tutti gli ingredienti giusti per rendere la dura salita di Superga un piccolo calvario di cui avrei fatto volentieri a meno. Quando mi rimetto in sella a due settimane dal bel giro sul Faiallo, l'intento è semplicemente quello di ricominciare a muovere le gambe lungo un classico percorso collinare, e il responso non è dei migliori.
Ho sempre grande rispetto per la salita di Superga, che con il suo andamento a gradoni e le sue pendenze a doppia cifra mal si adatta alle mie caratteristiche, ma ormai la conosco benissimo e francamente non mi aspettavo una fatica del genere. Se già sul finire del primo muro mi sento pesante e con pochissima forza per spingere sui pedali, significa che più avanti ci sarà parecchio da soffrire. In realtà, anche nei passaggi più duri, non ho mai la sensazione di rischiare il fuorigiri, ma nel finale del muro centrale e per tutto il terzo muro dopo il breve sollievo di Pian Gambino, devo dare il massimo e lavorare di spalle per produrre una velocità men che ridotta, ma pazienza, proseguendo con costanza arrivo infine alla basilica, dove mi prendo qualche minuto per rifiatare e riordinare le idee.

lunedì 2 maggio 2016

La rivincita del Faiallo


Ovada - Molare - Olbicella - Urbe - Passo del Faiallo - Passo del Turchino - Masone - Campo Ligure - Rossiglione - Ovada (Km 79)


Giro ricco di belle sorprese, quello che mi riporta sul Faiallo a tre anni dalla grande delusione dell'ultima volta. Per la domenica che precede il 25 aprile ho previsto un passaggio di fronte al Sacrario del Turchino e (molto eventualmente) ai resti della cascina Benedicta, e su questa base ho disegnato un percorso con partenza da Ovada e successiva risalita della valle Orba attraverso la strada di Olbicella, di cui ho letto ottime recensioni, ma anche preoccupanti avvertimenti sul pessimo stato del manto stradale; siccome sono abituato a non dare troppo peso agli allarmismi di questo genere, l'idea è comunque di provarla, difficile che sia messa peggio dei chilometri finali del Ciabra o della Bocchetta di Oliva, per citare solo un paio delle tante strade in condizioni pietose che negli anni mi sono finite sotto le ruote.