venerdì 31 luglio 2015

Da Superga al Valentino


Torino - Superga - Pino T.se - Pecetto T.se - Revigliasco - Moncalieri - Torino (Km 42)


Terza - e presumibilmente ultima - scalata consecutiva a Superga in questo luglio dalle temperature tropicali. La voglia di riproporre un'altra volta la stessa salita a stretto giro di posta mi viene dalla pessima performance di due settimane prima, quando un caldo asfissiante sommato a una serata di scarsissima vena mi avevano fatto naufragare in un pantano di fatica e sudore.
Per provare a fare meglio, attendo con pazienza una sera meno afosa, e la risposta è migliore delle aspettative. Giunto ai piedi della salita, supero il primo muro con discreta facilità, pur col fastidio di un traffico troppo intenso e veloce; quando arrivo al primo tratto pedalabile, vedo circa duecento metri davanti a me un altro ciclista, ma evito qualunque forzatura e procedo col mio passo preparandomi al muro centrale.

venerdì 24 luglio 2015

Alle pendici del Monte Rosa

Pont-Saint-Martin - Lillianes - Fontainemore - Issime - Gaby - Gressoney-Saint-Jean - Gressoney-La-Trinité - Gressoney-Saint-Jean - Gaby - Issime - Fontainemore - Lillinaes - Pont-Saint-Martin (Km 68)


Veloce puntata in Valle d'Aosta, in fuga dalle temperature tropicali che opprimono la pianura padana. Il tempo a disposizione è ancora meno del solito, e così la scelta ricade sulla non esaltante valle del Lys, la prima che si incontra arrivando dal Piemonte. Meta del giro è Gressoney, posta al termine di una salita eterna (ben oltre i 30 chilometri), ma mai cattiva, con una media intorno al 4%, e rari e brevi picchi tra l'8 e il 10%. Quello che a lungo andare renderà più faticosa l'ascesa è il gran caldo incamerato nei primi chilometri pedalati ad altitudine collinare, che mi causerà qualche problema di crampi nei frequenti cambi di ritmo lungo il percorso.

giovedì 16 luglio 2015

La fornace di Superga


Torino - Superga - Pino T.se - Torino (Km 23)


Tentativo semiabortito di allenamento serale in collina. L'idea di partenza è di salire a Superga, scendere a Cambiano e risalire all'Eremo da Pecetto via valle Sauglio, ma una certa stanchezza sommata a un caldo soffocante mi appesantiscono le gambe come mai quest'anno, inducendomi a rientrare subito in città.
Dopo aver aggirato il ponte della Gran Madre chiuso al traffico, raggiungo la stazione dei Sassi e il primo approccio alla salita in realtà non è malaccio, riesco a superare il primo muro abbastanza bene, ma nella parte centrale del secondo, quando la pendenza supera il 15%, do fondo a tutte le energie rischiando di andare fuorigiri prima dell'effimero sollievo di Pian Gambino. Quando poi la strada riprende a salire seccamente sul terzo muro, senza più nessun riparo dalla calura, mi sento improvvisamente surriscaldato e privo di forza, e guadagno con grande fatica l'abitato di Superga, per poi risalire lentamente lo strappo finale fino al piazzale della basilica.
Grondante di sudore, mi fermo a rifiatare con una certa delusione, prendendo atto di essere incappato in una giornata storta, ma tutto sommato molto meglio qui che in qualche trasferta montana. Per chiudere rapidamente il giro, scendo a Pino dalla Panoramica, godendomi finalmente un po' di fresco, e scendo quindi direttamente a Torino lungo la bella e sinuosa discesa che mi riporta velocemente in città. Ritorno in piazza Vittorio lungo i Murazzi.

il meglio del giro

Il fresco della Panoramica dopo la cottura sulla brace di Superga. Bella anche la discesa da Pino.

martedì 14 luglio 2015

Il colle delle Finestre

Susa - Meana di Susa - Colle delle Finestre - Meana di Susa - Susa (Km 37)


Smitizzazione di un mito. Da quando è stato percorso per la prima volta dal Giro d'Italia, il colle delle Finestre da Susa è diventato un'icona ciclistica: non c'è blog, forum o chiacchiera tra ciclofili in cui chi l'ha fatto non ne parli con smodato entusiasmo, il Finestre è per tutti la salita più bella, più dura e più affascinante, in una specie di pensiero unico che non ammette repliche. Dopo averlo finalmente toccato con mano vincendo non pochi e annosi dubbi, sono in grado di analizzarne pregi e limiti con una certa cognizione di causa, fermo restando che i giudizi sono assolutamente soggettivi e che nella parte tecnica molto ha pesato il fatto di averlo scalato con la bici da corsa. Ecco dunque la mia requisitoria sul mito Finestre, punto per punto.
Altitudine. 2176 metri sono un buon bottino, ma assolutamente nella norma per le Alpi Occidentali, e d'altronde nessuno cita la quota come elemento primario del Finestre.

venerdì 10 luglio 2015

Serate in collina

Torino - Moncalieri - Cavoretto - Colle della Maddalena - Eremo - Pino T.se - Superga - Torino (Km 42)


Torino - Superga - Rivodora - San Mauro T.se - Torino (Km 28)


Quando la bicicletta come svago cede il passo agli incroci della vita, succede che per resettare si chieda aiuto alla bicicletta come medicina dell'anima, possedendo le due ruote, tra le altre cose, quella speciale capacità di impegnare testa e corpo, svuotandoli di pensieri e tossine. E così, sfruttando le giornate più lunghe dell'anno, dedico un paio di serate post-lavoro a faticare su e giù per la collina, andando a spulciare alcune delle salite più dure della zona. Per il primo giro, fari puntati soprattutto sulla salita inedita di Santa Brigida da Moncalieri; per il secondo, il piatto forte (e unico) è Superga dai Sassi.
Fa molto caldo quando parto da piazza Vittorio e comincio a pedalare verso Moncalieri, prima lungo la ciclabile e poi lungo il corso che abbandono all'ottavo chilometro per affrontare la modesta salitella che mi porta in breve davanti al castello; fin qui un tranquillo riscaldamento, ma basta girare l'angolo perché la prospettiva cambi radicalmente una volta imboccato il viale della Rimembranza, un tremendo drittone tra il 12 e il 15% che per un po' mi riporta a Malga Ciapela, non fosse che sono a due passi da Torino e che (per fortuna) qui la sofferenza dura meno di mezzo chilometro, prima che la salita prosegua su strada Santa Brigida. Avevo sentito parlare di questo muro, e devo dire che la realtà è ampiamente all'altezza della sua fama: durissimo.