giovedì 30 ottobre 2014

Ultimo tango in Alta Langa


Cortemilia - Bergolo - Levice - Prunetto - Castelletto Uzzone - Scaletta Uzzone - Santa Giulia - Brallo - Serole - Cortemilia (Km 55)


Giro di fine stagione su e giù per le colline dell'Alta Langa al confine tra Piemonte e Liguria, lungo strade già collaudate in un passato più o meno recente, e con l'inserimento all'ultimo di una salita inedita, una delle tante stradine che si incrociano da queste parti e nelle quali è proprio impossibile imbattersi per caso. Dopo la sfacchinata di tre giorni prima, non ho voglia di ammazzarmi di fatica, e d'altronde quest'annata mi ha già riservato così tante soddisfazioni che per la chiusura mi accontento di un percorso più qualitativo che quantitativo, badando a non strafare e scegliendo con doppia cura le strade da percorrere per salvare la capra del divertimento e i cavoli delle gambe da non sovraccaricare.
La partenza pomeridiana da Cortemilia riduce d'altro canto all'osso il tempo a mia disposizione, e dunque taglio senza troppi rimpianti le possibili appendici al colle Bozorou e al Bric Puschera, che avrebbero dilatato il chilometraggio senza aggiungere granché al senso del giro. L'idea di fondo rimane quella di girare senza una meta precisa tra boschi e strade di cresta per raccogliere il meglio di quanto una pedalata di metà ottobre possa offrire; alla fine l'obiettivo sarà pienamente centrato.
Dopo un trasferimento in macchina abbastanza lungo, è dunque ora di lasciare la parola alla bicicletta coi primi sette chilometri di salita a Bergolo, il piccolissimo 'paese di pietra'. È una salita regolare e moderata, ideale per scaldare la gamba, nella quale è possibile sviluppare anche una discreta velocità; nella parte finale, a tornanti, si aprono anche delle belle visuali sulla valle Bormida che mi accompagnerano per una dozzina di chilometri fino a Prunetto, ma per il momento si tratta di guadagnare la piazzetta del paese procedendo di buona lena e badando nel contempo a non disperdere energie inutilmente.
Una volta a Bergolo, rientro nella direttrice principale che proseguendo in cresta mi porterà fino a Prunetto attraverso Levice. È una strada che può trarre in inganno per il suo andamento irregolare, ma ormai la conosco molto bene e so come affrotarla; si scende leggermente fino a Levice, poi si risale per circa cinque chilometri, il primo in discreta pendenza, gli altri molto leggeri che potrebbero indurre a spingere un rapporto troppo duro, errore che mi guardo bene dal compiere. I bei panorami che caratterizzano questo tratto inducono peraltro a mantenere un ritmo tranquillo, e quando arrivo alle porte di Prunetto mi concedo anche una breve deviazione fino al castello e al santuario della Madonna del Carmine, due dei monumenti più rilevanti di questo angolo di Langa.
Quando riparto e raggiungo il centro dell'abitato, lascio subito la strada principale e imbocco sulla sinistra la strada per Castelletto, principale centro della valle Uzzone. La discesa che mi porterà a fondovalle, tutta nel bosco, è tecnica e resa insidiosa dalle condizioni ambientali: se il crepitio delle tante foglie secche sotto le ruote conferisce un certo fascino autunnale a questo tratto di strada in particolare, l'asfalto umido e la presenza di ricci, e talvolta addirittura di muschio, lungo la sede stradale consigliano di scendere con grande attenzione, a maggior ragione dal momento che la strada è isolatissima e un ruzzolone o una foratura potrebbe significare una perdita di tempo che non posso permettermi; solo nella parte finale la carreggiata di allarga e consente di arrivare in tutta tranquillità alla provinciale, che percorro per poco più di un chilometro, prima di entrare nella frazione di Scaletta, da cui ha immediatamente inizio la seconda e più impegnativa asperità del giorno.
La salita verso Santa Giulia che sto per affrontare, breve e discontinua, è completamente diversa da qulla di Bergolo. Il dislivello si concentra quasi interamente nei primi due chilometri, e il primo in particolare è veramente duro, con pendenza mai inferiore al 10% e punte intorno al 15% che richiedono il massimo sforzo. Passata la tempesta e sconfinato nel frattempo in Liguria, la strada si addentra un'altra volta nel bosco e la salita diventa più umana fino a raggiungere un primo scollinamento, poi si prosegue in un ambiente solitario e selvaggio in tranquillo saliscendi per un paio di chilometri e solo gli ultimi cento metri già dentro l'abitato di Santa Giulia sono nuovamente ripidissimi.
Da questo punto, comincia un lungo tratto di una dozzina di chilometri molto spettacolari sul crinale tra le valli Uzzone e Bormida di Spigno, già percorso in buona parte un paio d'anni fa; anche in questo caso, di pianura non ce n'è nemmeno un metro, ma si procede in un mangia-e-bevi talvolta piuttosto impegnativo, entrando e uscendo dal bosco, scoprendo all'improvviso panorami a perdita d'occhio, o semplicemente godendosi la dolcezza di un prato a bordo strada nel mentre si attraversano le borgate di Sanvarezzo e di Gorra, si rientra non si sa bene dove in Piemonte, ci si lasciano alle spalle i bivi per Todocco e Piana Crixia, si supera l'altopiano di Piansoave e si raggiunge infine l'incrocio del Brallo, da dove la strada proseguirebbe per Roccaverano o il Bric Puschera, ma per questa volta, o forse per quest'anno, basta così, preferisco chiudere portandomi dietro belle sensazioni di benessere psicofisico piuttosto che allungare troppo il brodo e rischiare una sgobbata che avrebbe forse offuscato la bellezza di un percorso perfettamente calibrato; e comunque, se le difficoltà sono ormai tutte alle spalle, il giro non è ancora finito, mancano ancora una dozzina di chilometri a Cortemilia, con la discesa a Serole dove volge al termine una sagra paesana, un'ultima, innocua contropendenza di circa un chilometro e poi la bella planata finale su strada perfetta che disegna una serie di curve tra terrazzamenti e vigneti da percorrere senza ansia, col piacere dell'aria ancora tiepida in faccia e il pensiero già rivolto alle prossime avventure.
Tornato alla macchina, non c'è spazio per la malinconia di un stagione che si chiude, il 2014 è stato un anno ricco di conquiste che in qualche caso hanno sorpreso anche me, qualche idea è rimasta solo sulla carta, come sempre, ma le strade da scoprire o riscoprire non si spostano, se non è stato a questo giro sarà al prossimo o a quello successivo, finché avrò voglia e modo di dedicare tanta parte del poco tempo libero alla bicicletta.

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