martedì 29 luglio 2014

La maratona della valle Belbo


Masio - Cortiglione - Incisa Scapaccino - Nizza M.to - Calamandrana - Canelli - S.Stefano Belbo - Cossano Belbo - Rocchetta Belbo - Bosia - Cravanzana - Feisoglio - Niella Belbo - Mombarcaro - Niella Belbo - Feisoglio - Cravanzana - Bosia - Rocchetta Belbo - Cossano Belbo - S.Stefano Belbo - Canelli - Calamandrana - Nizza M.to - Incisa Scapaccino - Cortiglione - Masio (Km 133)


Dopo una bella serie di giri in montagna, culminati con le due perle francesi, cambio decisamente rotta e per l'ultima domenica di luglio opto per un giro lunghissimo per i miei parametri, che prevede la risalita di tutta la valle Belbo fino a raggiungere la classica meta di Mombarcaro, Vetta delle Langhe. Peccato che un percorso così lungo non mi permetta di disegnare un anello, ma dopo tante trasferte in macchina faticose era tanta la voglia di lasciare interamente la parola alla bicicletta, e di cose da dire le due ruote ne avranno tante anche stavolta, lungo gli oltre 130 chilometri di strada, più o meno il doppio dei miei standard abituali, pur spalmati su di un itinerario tra i meno esigenti dell'anno. Per la verità, la prima ipotesi prevedeva un percorso completamente piatto nell'alessandrino orientale, poi ha prevalso il desiderio di darmi un obiettivo da raggiungere, e così ecco spuntare un Mombarcaro diverso da quelli del passato, da guadagnare dal versante più facile, ma comunque una meta chiara verso cui indirizzare il manubrio sin dal momento della partenza.

mercoledì 23 luglio 2014

Il Tour al col d'Izoard


Château-Ville-Vieille - Arvieux - Col d'Izoard - Arvieux - Château-Ville-Vieille (Km 38)


Non capita tutti i giorni che un italiano vesta la maglia gialla del Tour con ottime prospettive di portarla fino a Parigi e quindi, anche se il buon Nibali non è Pantani e se l'impressione è che dopo i ritiri di Froome e di Contador il siciliano corra 'da solo', vale la pena sobbarcarsi un bel po' di chilometri per tornare dopo una decina d'anni sull'Izoard. Il dubbio della vigilia era semmai quale percorso fare per assistere alla corsa, con parecchie opzioni interessanti sulla carta. Scartata per varie ragioni la salita da Briançon affrontata dai corridori, resta da scegliere se limitarmi a salire e scendere dalla strada di Arvieux, oppure se tentare il classico anello dell'Izoard, che oltre al succulento passaggio nelle gole del Guil prevede però 30 lunghi chilometri di statale molto trafficata; dopo lunga meditazione, considerato anche lo stato di generale stanchezza di questi giorni, prevale la decisione più saggia, cioè il percorso più breve.

martedì 15 luglio 2014

I tornanti del monte Avic


Donnas - Bard - Hône - Echallod - Issogne - Champdepraz - Monte Avic (La Veulla) - Champdepraz - Verrès - Arnad - Hône - Bard - Donnas (Km 48)


Chi va in salita in bicicletta non può fare a meno di amare le serie di tornanti. Perché i tornanti sono sinuosi e belli da vedere, perché danno precisi punti di riferimento visivi che aiutano a scandire i tempi della salita e perché anche i più duri, se presi larghi, regalano almeno qualche metro per respirare. Una salita priva di tornanti difficilmente gode di buona fama: le serie di semicurve sono monotone e i rettilinei sono in genere il peggior nemico dello scalatore (uno per tutti, il terribile 'drittone' del Fedaia); per contro, esiste un'ampio ventaglio di tornanti: ce ne sono di mitici (Stelvio, Alpe d'Huez), di sublimi (Nivolet, Gottardo), di imponenti (Scale del Moncenisio, Grimsel-Furka), di sorprendenti (Chaussy, Tenda), e ce ne sono di nascosti, sconosciuti anche alla maggior parte dei cicloturisti. Da ieri, in questa ristretta categoria, mi sento di inserire i 31 tornanti valdostani che da Champdepraz portano nel giro di una decina di chilometri alla frazione La Veulla, ai margini del parco del Monte Avic, un aguzzo sperone di 3000 metri che spicca tra le vette vicine e fa da sfondo a tutta la seconda metà della salita.

martedì 8 luglio 2014

Il Glandon e la Croix de Fer


Saint-Jean-de-Maurienne - Sainte-Marie-de-Cuines - Saint-Etienne-de-Cuines - Saint-Colomban-des-Villards - Col du Glandon - Col de la Croix de Fer - Saint-Sorlin-d'Arves - Saint-Jean-d'Arves - Saint-Jean-de-Maurienne (Km 63)


Tante erano le ipotesi per il giorno di S. Giovanni, dal col de Vars alla Valpelline, dal Lys al Fauniera. L'idea giusta, come succede tante volte, spunta dal nulla solo un paio di giorni prima, ma è fulminante: l'accoppiata Glandon - Croix de Fer, per un anello da leggenda del ciclismo che in passato non avevo mai preso in considerazione per la lontananza del punto di partenza o perché altre mete di analogo spessore mancavano ancora alla mia collezione. In effetti, le due ore abbondanti di macchina per raggiungere Saint-Jean-de-Maurienne sono un bel deterrente, ma per una volta ho tutto il giorno a disposizione e dunque posso prendermela con tutta calma; caso mai, qualche dubbio me lo mette il meteo incerto di questo fine giugno, ma alla fine i siti più affidabili concordano nel dare sole almeno fino a metà pomeriggio, e la giornata si confermerà quasi perfetta per una pedalata da ricordare orgogliosamente negli anni.