lunedì 23 febbraio 2009

Alla conquista di Vinchio

la discesa da Vinchio a Mombercelli

Masio - Roncaglia - Incisa Scapaccino - Vinchio - Mombercelli - Castagnassa - Masio
(Km 35,1)




Masio: Casa del PopoloLa temperatura si assesta attorno ai 9-10 gradi, riprende il programma di scongelamento che durerà ancora qualche settimana. Metto in cantiere 35 chilometri, una decina in più della prima uscita e una salitella un po' più lunga, sul paio di chilometri. La condizione non è delle migliori, la racchettata di otto giorni fa dovrebbe dare i suoi frutti sull'efficienza dei muscoli delle gambe, però ho dormito poco, per cui esco col timore di finire la poca benzina anzitempo e decido di impostare un ritmo molto calmo, poi si vedrà.

lunedì 16 febbraio 2009

Chiuso per neve

Stop!

Pain Munè (1610 m s.l.m.) - Testa Garitta (2385 m s.l.m.)



Giornata freddissima e luminosa, inutile imbarcarsi in bici. Racchette ai piedi, si parte da Pian Munè per la Testa Garitta, eccezionale punto panoramico da cui si domina l'arco alpino dal Monte Rosa all'Appennino ligure e tutto il Piemonte, dalla pianura cuneese ancora innevata a Torino passando per Langhe, Roero, Monferrato e collina torinese. Da metà salita in su, sulla destra appare la piramide del Monviso; dalla cima (colonnina in pietra, croce e megaripetitore) spettacolare veduta sulla valle Varaita. Temperatura polare e vento gelido, discesa immediata.

lunedì 9 febbraio 2009

Tra Tanaro e val Tiglione

Masio - Tanaro e disgelo
Masio - Belveglio - Mombercelli - Bricco - Rocchetta Tanaro - Mogliotti - Masio (Km 26,8)



val TiglionePrima uscita della stagione, i 27 km più duri dell'anno. Era così 15 anni fa, figuriamoci adesso: una pena. Non ci saranno da qui a ottobre colli né muri inutilmente faticosi come la dozzina di chilometri pianeggianti che separano Masio da Mombercelli lungo la val tiglione, col vento ora in faccia ora sul lato a contrastare la marcia, appesantendo ruote e pedali.
il Monviso spunta all'orizzonteOgni anno è la stessa storia, dopo tre mesi abbondanti di inattività, da chiedersi perché uno si imponga scientemente un'ora abbondante di sofferenza fine a sé stessa. La risposta naturalmente è che la sofferenza di oggi non è fine a sé stessa, ma propedeutica a quella trasformazione della bicicletta da strumento di tortura a veicolo di sensazioni e soddisfazioni più unici che rari. Non so se esiste un altro oggetto passibile di una metamorfosi pari a quella della bicicletta, c'è del trascendente nella contraddizione tra i patimenti di questi primi chilometri di febbraio e il gusto delle escursioni in collina tra aprile e maggio, fino alle piccole imprese personali da giugno a settembre, che segnano la memoria non solo ciclistica di chiunque ami le due ruote. È per questo che da quasi vent'anni scruto il cielo e il termometro di gennaio con un'ansia degna di miglior causa, annotandomi nella mente qualunque segno di ammorbidimento climatico: il passaggio da 2 a 4 gradi da un fine settimana all'altro, la nebbia che si disperde mezz'ora prima, la luce che resiste mezz'ora in più.

giovedì 5 febbraio 2009

Silenziosa velocità



Una bella bici che va
silenziosa velocità
sopra le distanze, le lontananze starà

una bella bici che va
silenziosa velocità
rotolava biglie e il
Giro d'Italia farà

una bici non si ama,
si lubrifica, si modifica
una bici si declama
come una poesia per volare via

una bella bici che va
roteante fluidità
bici futurista, bici d'artista sarà

una bella bici che va
roteante fluidità
sagoma dinamica e geometrica avrà

una bici vuole fama
e chilometri, e chilometri
una bici è una dama
falla vincere, falla ridere

una bella bici che va
pedalante mobilità
nel suo portapacchi
quel che ci ficchi ci sta

una bella bici che va
pedalante mobilità
anima testarda di una coccarda vivrà

una bici la si ama
come l'ultima delle fantasie
c'è uno scatto che ti chiama
come il fischio che hanno le frenesie